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Un regalo inaspettato

Un regalo inaspettato

Dopo le esperienze in animazione a passo uno, la casa di produzione di Galline in fuga e Wallace & Gromit si cimenta nella “classica” tecnica della computer grafica con tanto di terza dimensione. Cambia la forma, non la sostanza. Infatti Il figlio di Babbo Natale è un film solido e ben costruito, proprio come i precedenti. L’avvio della vicenda è prettamente infantile e commerciale: come farà Babbo Natale a consegnare tutti i doni in una notte sola? La risposta è data dalla tecnologia. Una trovata geniale che inoltre si rivela un ottimo trampolino di lancio per poter affrontare tematiche che i bambini potranno cogliere, e gli adulti approfondire in un contesto più giocoso e, se vogliamo, malinconico.

Il film può essere visto come un classico romanzo di formazione del protagonista, ma come non notare gli innumerevoli riferimenti alla (im)perfezione delle macchine a dispetto dei rapporti umani, specialmente se si tratta dei rapporti genitori/figli? La qualità maggiore di questa pellicola è proprio quella di riuscire a calibrare perfettamente la componente adulta con quella più infantile. I bambini si divertiranno un mondo a seguire le peripezie dei buffi protagonisti, forse accuseranno il colpo di una durata eccessiva (mediamente i film di animazione durano venti minuti in meno) e di una parte centrale effettivamente un po’ troppo lunga e ripetitiva; dall’altra parte anche gli adulti gradiranno la visione grazie alle innumerevoli citazioni cinematografiche soprattutto del genere d’azione (vedi il prologo), e a battute più fini e ciniche (come la memorabile proposta che Bisnonno Natale fa a suo nipote Arthur durante il loro naufragio su un’isola) che il pubblico più infantile, giustamente, non coglierà. Il tutto senza mai rinunciare a quell’alone di magia e mistero che da sempre circonda la leggenda del Natale.

Purtroppo passato un po’ in sordina, questo film è l’ennesima prova che, sempre più spesso, l’animazione è capace di toccare livelli impensabili per alcuni prodotti live action. Bisogna solo vincere l’ostacolo del “è un cartone animato”, per potersi godere un regalo natalizio del tutto inaspettato.

Curiosità
Interessante sottolineare che Peter Baynham, il co-sceneggiatore del film, abbia alle spalle la scrittura di Borat, quasi a dire da un estremo all’altro.

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