Arrivare al Lido tre giorni dopo tutti gli altri è un po’ come presentarsi a cena dopo gli antipasti: tutti hanno preso posto, conoscono i piatti migliori e hanno già assaggiato qualcosa. Il primo, per me, doveva però essere davvero gustoso, un bel David Cronenberg in salsa filosofeggiante condito di Viggo Mortensen, Michael Fassbender e Keira Knightley. Una serie di sfortunati eventi, tanto per citare un film mediocre e usare un epiteto che eviti di invocare dei di svariate religioni, mi hanno impedito di arrivare in tempo per il film, ma non di essere respinto per sala piena all’ingresso della conferenza stampa. Niente domande per uno dei miei registi di culto, solo una sbirciatina al taglio di capelli di Keira, sempre prestigiosissima anche in abiti improbabili. Dopo di ciò, ho deciso che le sfighe sarebbero finite, e in effetti gli dei non invocati sembra stiano iniziando ad avere pietà di me. Per ora tre film visti: uno ottimo (Poulet aux prunes, con Marjane Satrapi che passa dall’animazione alla fiction con intelligenza e creatività), uno discreto (Alpis, ma Yorgos Lanthimos non ha la stessa ispirazione del precedente Kynodontas) e uno deludente (Contagion, con Soderbergh banale e poco a suo agio con l’apocalittico – e in più Marion Cotillard non è venuta a Venezia). La sera poi è arrivato l’open bar per il film Scialla (che, tra parentesi, non ho visto). Sì, le sfighe sono per lo meno sospese.

A cura di Alberto Brumana
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