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Questa è l’Europa

Questa è l'Europa

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Da Ken Loach a Stephen Frears, da Alan Parker a Mike Leigh, il cinema legato a tematiche sociali è stato il più vitale nell’Inghilterra post thatcheriana. Oggi, a quei nomi dobbiamo senza dubbio aggiungere quello di Shane Meadows, che già sei anni fa aveva ben diretto un interessante film come C’era una volta in Inghilterra (Once Upon a Time in the Midlands, 2002). This is England è un grosso passo avanti nella sua filmografia, un’opera dura e graffiante che, a un anno e mezzo dagli applausi raccolti alla Festa di Roma, non ha purtroppo ancora trovato nessun tipo di distribuzione in Italia.

This is England è una spietata riflessione su un periodo storico che è lontano più di un quarto di secolo, ma in realtà è più vicino di quanto possa sembrare. Oggi i media cercano di spiegarci che il bullismo e la violenza sono stati inventati dopo la nascita di YouTube, Meadows invece racconta come fossero la cultura dominante in un periodo in cui l’Inghilterra andava incontro alla guerra e alla recessione. All’interno di quel Paese, il movimento degli skinhead (che fino a quel momento aveva scarse connotazioni politiche, raccoglieva sottoproletariato di destra e sinistra e si distingueva soprattutto per scelte estetiche e musicali) iniziò a legarsi al Fronte nazionale, andando verso una deriva fatta razzismo e antisemitismo e che finì per sfociare nel fenomeno dei naziskin. In questo periodo di mutamento si trova Shaun, un problematico dodicenne che finisce per entrare a far parte degli Skinhead più estremi. La forza del film sta nel mostrare l’umanità di quelle persone che solitamente vengono presentate come mostri. Un’umanità agghiacciante, in cui il ragazzino sceglie di crescere come unica via di fuga da una realtà che non lo capisce e che lui ancora non sa capire. Così il mostro finisce per essere lui, e di rimando l’intera società che lo ha portato a queste estreme conseguenze. Il finale, crudo, veritiero e insieme poetico, torna sì a dare speranza, ma vuole anche far comprendere che, per quanto tutto si possa modificara, poi niente realmente cambi.

Meadows utilizza una regia scarna e quasi neorealistica, scelta confermata anche dall’uso di attori esordienti o poco conosciuti al grande pubblico. This is England è una pagina importante di cinema britannico, lontano dalla profondità estetica di Arancia meccanica (A Clockwork Orange, Stanley Kubrick, 1971) o dall’autocompiacimento narrativo di Trainspotting (Danny Boyle, 1996), ma come loro fondamentale per comprendere gli ultimi decenni dell’Inghilterra dello scorso secolo e, in fondo, dell’intera Europa di oggi.

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