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Triste… in tutti i sensi!

Triste... in tutti i sensi!

Dove abbiamo già visto al cinema un tipo ribelle, amante del rischio e delle moto con un rapporto tremendamente conflittuale con il padre e il mondo del lavoro? Ah, ma è il caro, vecchio Step! E in quale film italiano degli ultimi anni ci siamo trovati di fronte a un “cazzaro” di prima qualità, amico del succitato ribelle/depressone, capace di scoparsi chiunque per poi perdere definitivamente la testa per una sola donna? Ah, Massi il Cazzaro di Notte prima degli esami!

Diciamo che al novello Andrea Biglione (e a papà Luca), in Almeno tu nell’universo (idem, 2011), presentato all’ultima edizione del Giffoni Film Festival, è piaciuto continuare a giocare con quanto di più irrispettosamente basso il cinema (cinema?!) italiano ha offerto negli ultimi anni al teen audience del Belpaese. La sola differenza che emerge rispetto alla corazzata Mocciemkin & Co. è (oltre al fatto che Scamarcio all’esordio era molto meno impacciato e malamente impostato di Maggio) si trova in un finale altamente drammatico: pensavano che sarebbe stato il valore aggiunto, l’elemento di novità per certi versi spiazzante, “l’inaspettabile inaspettato” che avrebbe garantito alla pellicola un plusvalore non indifferente?

Le linee narrative nel film sono essenzialmente due: Marco e Giulia, primariamente da una parte, e Andrea e Dafne, in secondo piano. Se la prima può essere accostata alla più famosa coppia Step/Babi, più originale, sferzante e coinvolgente (anche grazie alla più navigata capacità recitativa di Gensini e Meconi) appare invece la seconda che, ironia della sorte, coinvolge forse maggiormente lo spettatore.

Per non parlare dell’ormai diffusissima pratica di utilizzare come titolo il nome di una canzone storica della musica leggera italiana (Nessuno mi può giudicare; C’è chi dice no; La prima cosa bella; Mio fratello è figlio unico; Arrivederci, amore, ciao e più recentemente, in ambito internazionale, Beautiful Boy di Shawn Ku) a quanto pare l’intelligenza e il giudizio critico dei giovanotti e delle giovanotte d’Italia sono stati ancora una volta messi in discussione.

Biglione è rimandato: in un paese fortemente connotato da una tradizione cinematografica in cui figurano nomi come Fellini, Visconti, De Sica, Rossellini fino a Salvatores e Tornatore, è alquanto demoralizzante pensare che oggi chi fa cinema si ispiri a Federico Moccia.

Curiosità: La sceneggiatura è stata scritta da Luca Biglione, padre di Andrea, già sceneggiatore di serie Tv come Tequila e Bonetti (2000), Incantesimo 5 (2002) e La figlia di Elisa – Ritorno a Rivombrosa (2007); per il cinema invece ha diretto L’allenatore nel pallone 2 (2007) e Ultimi della classe (2008).

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