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Il Pardo ruggisce ancora

Abel Ferrara in Piazza GrandeTornare a Locarno, sulle rive del Lago Maggiore, è sempre una gioia. Perché qui il clima festivaliero è rilassato e tranquillo, perché è facile fare incontri interessanti, perché capita spesso di imbattersi in una folgorazione cinefila e non solo. Qui c’è lo schermo all’aperto più grande d’Europa, due sale affiancate che si chiamano La Sala e L’Altra Sala (perché gli svizzeri sono gustosamente didascalici), i gadget maculati e un afollamento di personaggi da tutto il mondo.

Il programma di quest’anno, molto gustoso, prevede un concorso ricco di nomi poco noti al grande pubblico italiano, ma capaci di stuzzicare più di un appetito cinefilo: dai registi festivalieri Nicolas Klotz e Mia Hansen-Løve a un lungometraggio rumeno di animazione. Poi c’è la Piazza Grande con film di grande richiamo da tutto il mondo con il cast all star di Cowboys & Aliens (Harrison Ford, Daniel Craig e Olivia Wilde), blockbuster dell’estate americana. Poi ci sono i premi e gli ospiti, come Abel Ferrara e Isabelle Huppert, rispettivamente Pardo alla carriera e Excellance Award. Per non parlare dell’interessante sezione Cineasti del Presente, i Fuori Concorso e i documentari della Settimana della Critica.

Aspettative alte, prima di cominciare, per il secondo anno della direzione Olivier Père, capace come di rado in passato, di mescolare glamour e ricerca, cinefilia e show business. Risultato all’altezza per il clima del Festival, ma non per quello metereologico: la pioggia ci ha messo lo zampino, rovinando, si fa per dire, l’appuntamento in Piazza Grande con Abel Ferrara. Il papà del Cattivo Tenente ha intrattenuto il pubblico suonando la chitarra ricevendo sonori fischi. La performance, per la verità più che dignitosa, è stata impreziosita da un diluvio che ha spazientito il pubblico, desideroso di tornare a casa il prima possibile. Il cast di Cowboys & Aliens è stato più fortunato, ricevendo una tregua dal maltempo in tempo (se si permette il gioco di parole) per salutare le più di 8 mila persone accorse per vedere Harrison Indiana Ford e Daniel Bond Craig, nonché l’affacinante Olivia 13 Wilde.
Intanto, arrivati al quarto giorno di Festival, il concorso vede tra i favoriti lo svizzero, ça va sans dire, Vol spécial di Fernand Melgar, documentario sui centri di detenzione forzata per clandestini in terra elvetica, e l’americano Another Year di Mike Cahill, già vincitore del premio speciale della giuria al Sundance e già possibile, ma speriamo di no, disperso.

Stasera si attende in Piazza la proiezione del censurato e osteggiato horror (!) di Kevin Smith Red State, sulla carta il film più incazzato del festival, e domani l’arrivo dell’unico film italiano in concorso: Sette Opere di Misericordia dei fratelli De Serio, di cui il pregiudizio è più che mai positivo. Non può piovere per sempre…

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