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Bromance alle scuole medie

Bromance alle scuole medie

Un filmetto davvero piacevole e simpatico questo Diario di una schiappa (Diary of a Wimpy Kid, 2010), del regista Thor Freudenthal, al suo secondo lungometraggio. Vuoi per la sceneggiatura ad hoc, vuoi per la commistione tra video e grafica che dona ritmo al film; vuoi anche per la bravura degli attori e per l’abilità di fare interagire sapientemente i ragazzini con gli adolescenti e con i “grandi”, Freudenthal riesce a confezionare una storia divertente e, sotto certi aspetti, intelligentemente veritiera, che non annoia né gli adulti, né i bambini.

La materia prima, il romanzo campione di incassi di Jeff Kinney, offre l’architettura narrativa per dare fluidità alla storia: un ragazzino di undici anni, sbeffeggiato dal fratello maggiore, vuole evitare di essere etichettato come sfigato dai nuovi compagni di classe e, a questo scopo, si inventa mille stratagemmi per potere entrare nelle loro grazie. Tutti i tentativi andranno in fumo, specialmente quando il protagonista commetterà l’errore di dare all’amico tontolone la colpa del suo insuccesso nelle relazioni scolastiche.

Non siamo nel territorio del genere di formazione educativo che delinea il varco tra l’infanzia e l’adolescenza da parte del protagonista: è lo stesso protagonista a ricordarcelo tra le righe du-rante una scena del film. Ci troviamo, invece, in una sorta di bromance (amicizia eterosessuale tra due uomini ai limiti della relazione), sdoganata da registi come Judd Apatow, Todd Phillips e Greg Mottola, che hanno messo spesso al centro dei propri film storie di crescita tra personaggi (in quel caso trentenni poco maturi) dello stesso sesso. In Diario di una schiappa l’allegria e l’ironia dominano sovrane, perché i problemi legati alle fasi successive dello sviluppo non calano la loro ombra malinconica sulla vita, che è ancora, a tutti gli effetti, un gioco di cui ancora i piccoli protagonisti devono imparare le regole.

Tirando le fila del racconto, ci si rende conto che il microcosmo infantile descritto nel film altro non è che un’iperbole del mondo adulto, il quale ha adeguato i pregiudizi infantili alla propria età, rendendoli meno eclatanti, ma ahimé, socialmente molto più incisivi. Strano che un filmetto per ragazzini riesca a dire così tante cose senza risultare pedantemente didattico come certi lungometraggi di animazione!

Curiosità: Il film è basato sull’omonimo libro di Jeff Kinney, uscito in Usa nel 2007. Il libro è diventato un best-seller superando nelle classifiche scrittori come Dan Brown e dando vita a una serie considerata tra i più importanti fenomeni editoriali per ragazzi degli ultimi anni.

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