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Cannes 2011: trionfa Terence Malick

Melanie Laurent e Robert DeNiro durante la premiazioneLa sua “presenza – assenza” era tra quelle più di prestigio a questa 64esima edizione del Festival di Cannes e il suo film, The Tree of Life (L’albero della vita), una delle opere più attese, tanto che alla fine è proprio Terence Malick ad aggiudicarsi l’ambita Palma d’Oro per il miglior film. Una metafora visionaria, di grande potere narrativo, che pur dividendo pubblico e critica, ha messo d’accordo all’unanimità la giuria presieduta da Robert De Niro confermando i pronostici degli ultimi giorni. L’invisibile Malick conquista quindi ancora Cannes, dove aveva già vinto una Palma come miglior regista nel 1978 per I giorni del cielo, e lancia a questo punto The Tree of Life nella corsa ai prossimi Oscar 2012.

Gran Premio della Giuria è stato attribuito ex aequo a Luc e Jean–Pierre Dardenne per Il ragazzo con la bicicletta (al quarto premio a Cannes dopo le due Palme d’Oro per Rosetta e L’enfant e il premio alla sceneggiatura per Il matrimonio di Lorna) e al regista turco Nuri Bilge Ceylan, che dopo il premio conquistato nel 2008 per la regia con Le tre scimmie, si conferma autore vincente con C’era una volta in Anatolia (Bir Zamanlar Anadolu’da). La Palma per la miglior attrice femminile è andata a Kirsten Dunst per Melancholia di Lars Von Trier, non presente alla cerimonia perché allontanato come “persona non gradita” dopo le dichiarazioni filo naziste fatte durante la conferenza stampa della pellicola. È la terza volta che un’attrice diretta dal regista danese vince un premio a Cannes, era già successo nel 2000 a Bjork (con Dancer in the Dark che vinse anche la Palma d’Oro) e nel 2009 con Charlotte Gainsbourg (in Antichrist). Il premio al miglior attore è andato, meritatamente a Jean Dujardin, interprete di The Artist, pellicola in bianco e nero e muta, del regista Michel Hazanavicius. Il premio alla miglior regia è andato invece al regista danese Nicolas Winding Refn per Drive, film passato in concorso il penultimo giorno di festival. Premio della giuria è andato al film francese Polisse della regista Maiwenn Le Besco, mentre la miglior sceneggiatura è andata al regista Joseph Cedar per il film israeliano Hearat Shulayim (Footnote).

Niente da fare per l’Italia che rimane clamorosamente a bocca asciutta, e che puntava, sia (e soprattutto) su Paolo Sorrentino con This Must Be the Place (Sean Penn completamente ignorato per il miglior attore) e su Nanni Moretti con Habemus Papam (Michel Piccoli anche in questo caso mai preso in considerazione per un riconoscimento). Infine nella sezione Un Certain Regard il premio più importante è andato ex aequo a Andreas Dresen per Stopped on Track e al redivivo Kim Ki-Duk, che dopo tre anni di depressione, torna a vincere con il suo Arirang.

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