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Pirati dei Caraibi – oltre i confini del mare: Colpito e affondato

Colpito e affondato

Dopo i deludenti e noiosi sequel della saga di pirati più famosa del cinema, sembrava difficile fare peggio. Invece Rob Marshall, uno dei registi più sopravvalutati di Hollywood, riesce in questo compito. Il nuovo capitolo delle avventure di Jack Sparrow è tutto eccetto che un film sui pirati.

Il nostro amato protagonista (ormai prigioniero di un canovaccio a cui non può più sottrarsi e sempre più imitatore di se stesso) si mette alla ricerca della fonte della giovinezza circondato dalla (terribile?) ciurma di Barbanera (Ian McShane) e dai corsari guidati dal redivivo Capitan Barbossa (Geoffrey Rush). Una trama semplice, lineare e potenzialmente più gradevole rispetto ai complessi intrecci di alleanze, tattiche, tradimenti che avevano caratterizzato il secondo ma soprattutto il terzo capitolo della saga. Peccato però che il regista non riesca a ricreare quell’ambiente esotico, carico d’avventura, ironico, appassionante e – perché no? – divertente che aveva fatto la fortuna delle pellicole dirette dal suo predecessore Verbinski. Marshall, forse inebriato dall’alto budget del film, punta tutto sugli effetti speciali e su un 3D a dir poco inutile. Sparrow più che un pirata sembra un supereroe Marvel. Non si vedono più battaglie navali e, sembrerà assurdo, ma a stento si vede il mare. Gli attori sono mal diretti e la narrazione procede a rilento rasentando la noia. La new entry Penelope Cruz non riesce a dare freschezza al film e il tutto porta a comprendere e ammirare notevolmente l’abbandono del progetto da parte delle due star precedenti (Orlando Bloom e Keira Knightley).

E pensare che questa grande macchina da box office era nata traendo spunto da un’attrazione di un parco divertimenti. Ora il film è la vera attrazione, ma la giostra si è inceppata definitivamente, riproponendo sempre lo stesso giro. Sullo scacchiere della battaglia navale, il secondo e terzo capitolo avevano già scalfito l’enorme veliero costruito da Jerry Bruckheimer. Ma quest’ultimo capitolo lo affonda del tutto.

Curiosità
Proprio già successo con i tre episodi precedenti, anche in questo film, alla fine dei lunghi titoli di coda, gli spettatori pazienti rimasti in sala saranno premiati con una scena “nascosta” che lascia presagire la realizzazione di un quinto episodio.

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