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Destino coatto: Le ossessioni quotidiane

Le ossessioni quotidiane

Gli uomini tentano di sfuggire al proprio destino ma ogni sforzo risulta vano perché il destino ci insegue, ci bracca e ci inchioda sotto forma di ossessione. Per questo è coatto: perché è impossibile sottrarsi ad esso e perché costringe i nostri comportamenti secondo le trame delle angosce. Nella raccolta postuma di racconti Destino coatto, Goliarda Sapienza raccoglie i pensieri di donne e uomini che si dibattono nelle grinfie delle proprie nevrosi, incapaci, ma in fondo anche nolenti, di uscirne. Inchiodati alla propria condizione come farfalle sulla punta dello spillo, piccoli insetti affaccendati nella quotidianità che non possono evitare la strada che gli è stata predestinata.

Il destino prescritto è la follia generata dalla troppa lucidità, dall’estrema consapevolezza di sé: e questo non può che generare pensieri cinici, spietati. Le donne e gli uomini raccontati dalla Sapienza sono coscienti della propria condizione, dei traumi insuperabili, della loro sostanziale inadeguatezza alla vita. Per questo la pazzia – ma forse sarebbe meglio dire l’autocoscienza – che li contraddistingue si traduce soprattutto nel divieto o nell’incapacità di fare qualcosa: non aprire la porta, non uscire dalla casa, non riposare. Tutte azioni comunissime, quotidiane, normali.

È proprio l’idea di normalità ad affacciarsi nella testa del lettore mentre assiste suo malgrado alle confessioni raccolte in Destino coatto. Sono i personaggi stessi a raccontarsi in prima persona al lettore, in pagine strettamente confidenziali e piene di analisi lucide, proprio come il paziente fa con il medico. La scrittura della Sapienza è semplice ma precisa; priva di artifici e, contemporaneamente, capace di evocare nei dettagli il flusso dei pensieri. Il sapore amaro che ci rimane in bocca è la consapevolezza che quelle donne e quegli uomini sono persone normali tra di noi, siamo noi, mai capaci di governare veramente le nostre vite. Dalle pagine del libro i personaggi di Goliarda Sapienza ci chiedono direttamente aiuto, concludendo spesso il loro flusso di pensieri con la domanda “Dite, che cosa avreste fatto al mio posto?”. La risposta è uno sconcertante “Non lo so”.

L’autore
Goliarda Sapienza (1924 – 1996) è stata un’attrice teatrale e cinematografica prima di approdare alla scrittura. Tra i suoi titoli più conosciuti si ricordano Il filo di mezzogiorno (1969), Le certezze del dubbio (1987) e Io, Jean Gabin (2010, postumo). Il romanzo che la consacrò nel panorama letterario italiano e internazionale è L’arte della gioia, pubblicato nel 1998 da Stampa Alternativa dopo essere rimasto inedito per lungo tempo e in seguito ripubblicato da Einaudi nel 2008.

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