hideout

cultura dell'immagine e della parola

Non urla neanche il campanello

Non urla neanche il campanello

Il quinto senso e mezzo degli spettatori che finiscono in sala per vedere la trasposizione cinematografica di Dylan Dog è già allertato: tutti pronti ad essere delusi. Date queste premesse, forse potrebbe bastare poco per dare almeno qualche rara soddisfazione. E invece no. Kevin Munroe (già regista dell’ultimo adattamento delle Tartarughe Ninja…) riesce nella missione di far peggio del previsto. I 108′ del film sono un susseguirsi di brutti luoghi comuni e frasi fatte scontate, il tutto condito da una recitazione peggiore delle peggiori serie tv di genere horror.

Brandon Routh ripete la piatta e incolore prova del noiosissimo Superman Returns (2006) di Bryan Singer, l’islandese Anita Briem resta fredda come un cadavere senza ereditare nemmeno un grammo della sensualità profusa dalle sue colleghe cartacee del fumetto e il povero Sam Huntington (toh, anche lui in Superman Returns, ma famoso più che altro per essere amico di Macaulay Culkin!) deve vestire i panni più scomodi: quelli di Marcus, un personaggio creato per sostituire il mitico Groucho, data l’impossibilità di utilizzarne l’immagine, visto che i diritti di immagine dei Fratelli Marx sono troppo cari. Eccolo lì, allora, ad agitarsi tanto per risultare simpatico (invano), mentre si trasforma in uno zombie. Mai un guizzo, mai uno spavento degno di tale nome, mai una sorpresa, mai un brivido, mai una risata. Insomma il Dylan Dog d’inchiostro non appare mai sullo schermo. L’encefalogramma piatto di questo film avrebbe dovuto indurre Tiziano Sclavi a bloccarlo, a nasconderlo, a prenderne le distanze, se proprio non era possibile fargli togliere il nome di Dylan Dog.

Persino l’ambientazione “infedele” a New Orleans poteva rappresentare un’occasione da sfruttare, invece non si respira mai il fascino della città del voodoo, del jazz e del cibo cajun, tutti ingredienti perfetti per solleticare le atmosfere horror. Insomma alla fine si ha il rammarico di aver perso un paio di ore che potevano essere utilizzate per dormire e, magari, fare un incubo decisamente migliore di quello che hanno provato a proiettare al cinema.

Curiosità
Nel film c’è un vampiro chiamato Sclavi e un personaggio chiamato Bonelli. L’espressione “Giuda Ballerino” è presente solo nella versione doppiata in italiano.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»