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Sotto quel cielo
Berlino 2011, i vincitori

Nell’edizione in cui Jafar Panahi non ha potuto presiedere come giurato a causa della condanna che lo tiene imprigionato nel suo Paese, la Berlinale assegna (con merito) l’Orso d’Oro ad un altro regista e sceneggiatore iraniano, Asghar Farhadi, che con il suo drammatico Nader and Simin, A Separation compie un en plein quasi storico. Oltre al massimo riconoscimento infatti, la pellicola vince anche l’Orso d’Argento per la miglior interpretazione femminile, attribuito all’insieme delle attrici del film (Leila Hatami, Sarina Farhadi e Sareh Bayat), l’Orso d’Argento per la miglior interpretazione maschile, anche qui dato collettivamente a tutti gli attori (Payman Moadi, Shahab Hosseini e Babak Karimi), nonché il Premio della Giuria Ecumenica.

L’assenza pesante di Panahi probabilmente ha in parte influenzato la giuria, quest’anno presieduta da Isabella Rossellini, anche se la pellicola è risultata fin da subito da tutti come una delle migliori viste al Festival di quest’anno (che sarà distribuita in Italia dalla Sacher di Nanni Moretti). Dopo aver conquistato nel 2009 il Gran Premio della Giuria con About Elly, Farhadi si consacra ulteriormente come uno degli autori più vincenti. L’altro grande favorito, The Turin Horse dell’ungherese Béla Tarr, conquista invece il Gran Premio della Giuria e il Fipresci. Per il regista magiaro ennesimo riconoscimento di prestigio dopo i precedenti con Sátántangó (premio Caligari nel 1994) e Le armonie di Werckmeister (Reader Jury of the “Berliner Zeitung” nel 2000). Orso d’argento per la miglior regia è andato (forse un po’ troppo generosamente) a Ulrich Koehler per il film tedesco Schlafkrankheit (Sleeping Sickness). Doppio riconoscimento, miglior fotografia (a Wojciech Staron) e miglior production design (a Barbara Enriquez) alla pellicola argentina El premio di Paula Markovitch, che forse poteva ambire a qualcosa di più prestigioso. Orso per la miglior sceneggiatura a Joshua Marston e Andamion Murataj per la pellicola americana The Forgiveness Of Blood, co-produzione anche italiana con Fandango, che lo distribuirà presto in Italia. Niente da fare per Margin Call con Kevin Spacey e Jeremy Irons, rimasto a mani vuote, ma tra i candidati fino all’ultimo giorno per i premi più importanti.

Nelle sezioni “minori” premio miglior Opera Prima è stato attribuito a On the Ice di Andrew Okpeaha MacLean, con una doppia menzione speciale per The Guard di John Michael McDonagh e The Fatherless di Marie Kreutzer. Orso d’Oro per il miglior cortometraggio è andato al coreano Night Fishing di Parking Chance; Premio della Giuria all’altro sud-coreano Yang Hyo-joo con Broken Night. Nella sezione Panorama vittoria invece di Even The Rain della regista spagnola Icíar Bollaín. Il premio Alfred Bauer infine (in memoria del grande fondatore della Berlinale, nonché storico cinematografico, scomparso nell’86), dato ogni anno a pellicole o personalità che maggiormente hanno impressionato per creatività, impegno e innovazione, è andato al regista tedesco Andres Veiel per il film Wer wenn nicht wir” (If Not Us, Who).

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