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cultura dell'immagine e della parola

Un inno al sentimento di amicizia

Un inno al sentimento di amicizia

La storia è di quelle che non crederesti mai capaci di tenerti incollato allo schermo, non oggi almeno. Ha qualcosa che ricorda vagamente un certo tipo di storie del cinema anni Cinquanta, ha qualcosa che non sempre siamo abituati a vedere nel cinema di oggi, ha una trama. Semplice, in verità, tant’è che viene inizialmente il dubbio se possa realmente risultare interessante: cosa c’è di più noioso di un reale inglese afflitto da balbuzie? Ma ecco che Tom Hooper dissolve anche il più piccolo di questi dubbi e cattura pian piano l’attenzione dello spettatore, che va interessandosi sempre più a questa bella storia di amicizia. Amicizia tra due uomini, il duca di York e Lionel Logue, un attore australiano fallito che desidera aiutare gli altri a fare ciò che lui non è riuscito a fare: salire sul palcoscenico. Ovvero proprio ciò che non riesce al duca, costretto a parlare a trentacinque paesi ma incapace di tener testa a suo fratello in un alterco. Sta a Lionel capire dove affondano le cause di questa difficoltà che ha il duca nel parlare, cause che affondano nella sua infanzia, nel rapporto con un padre, il re, nei confronti del quale si è sempre sentito un inetto; nel rapporto con un fratello di cui non ha la sicurezza di sé; in se stesso e nella paura di essere inadeguato.

Ciò che fa questo originale terapeuta è far comprendere al futuro re che la parola, prima ancora che uno strumento per comunicare con gli altri, è la voce della nostra essenza ed è solo rispettando quest’ultima, avendo fiducia in quest’ultima che è possibile liberarla dalla prigione delle labbra. Il superamento della difficoltà nel parlare, dunque, coincide con la piena fiducia in se stessi e negli altri. Dapprima difficilmente, pian piano il duca accetta i metodi di Lionel (che lo tratta come se fosse un suo pari) e a dispetto di tutte le barriere sociali, aprirà a quest’uomo il suo cuore come non ha mai fatto con nessuno. Come si può fare solo con gli amici.

Quello tra Colin Firth e Geoffrey Rush è un duetto da storia del cinema. L’attore australiano, in particolare, dà a Lionel un calore, una personalità così spiccata da renderlo immediatamente caro agli spettatori, colpiti dai suoi metodi anticonvenzionali e dal suo cuore grande e generoso. Una storia semplice, raccontata con grande maestria e sensibilità, inno all’amicizia come forza che dà voce e cambia in meglio gli uomini. E li rende re.

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