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cultura dell'immagine e della parola

Absolut
Spike Jonze

Se vuoi vedere I’m Here con la traduzione italiana, scarica i sottotitoli su ItalianSubs

Da oltre trent’anni Absolut ci ha abituato con serie di campagne pubblicitarie spesso di forte impatto e innovative. I risultati si sono visti, se si pensa che nel 1979 produceva 90.000 litri di vodka all’anno e oggi dai suoi stabilimenti svedesi ne escono quasi 100 milioni a stagione. Dalle prime immagini della bottiglia fotografata da Steven Bronstein a oggi ovviamente tante cose sono cambiate e uno degli ultimi prodotti comunicativi firmati Absolut è I’m Here, un cortometraggio firmato da uno dei registi più interessanti degli ultimi dieci anni, Spike Jonze. Attenzione però, non si tratta di uno spot, ma di un piccolo film, della durata di poco meno di trenta minuti, che Jonze ha potuto realizzare in completa liberta: il logo di Absolut appare solo nel sottotitolo della locandina (“A love story in an Absolut world”) e nei titoli di testa.

È lo stesso Jonze a descrivere il suo rapporto con il marchio per questo esperimento: “È stata un’opportunità abbastanza incredibile – ha affermato – Absolut non mi ha fornito nessun prerequisito che avesse a che fare con la vodka, per fare il film. Mi ha semplicemente chiesto di creare qualcosa che fosse importante per me, permettendo alla mia immaginazione di condurmi dove volessi. E non è stato come lavorare con le grandi corporation dove avrei dovuto riunirmi con vari comitati di persone. In realtà ho lavorato con un gruppo ristretto di persone e sembrava come se la creatività e il fare qualcosa che li emozionasse fosse l’unica cosa importante per loro. Ho creato quindi la mia prima storia d’amore: parla di una relazione tra due robot che vivono a Los Angeles”.

Jonze, che ha iniziato negli anni Novanta con i videoclip (tra i più premiati Buddy Holly dei Weezer, Sabotage dei Beastie Boys e Praise You di Fatboy Slim), e ancora nell’ultimo decennio, tra un film e l’altro, si è dedicato a forme artistiche di più breve durata, che sono culminate proprio in questo I’m Here. Il film è una versione aggiornata del libro per ragazzi L’albero generoso (The Giving Tree), pubblicato negli anni Sessanta da Shel Silverstein. In quel caso era un albero a donarsi completamente (e fisicamente) a un ragazzino, mentre Jonze ha trasformato un racconto di grande amicizia in una romantica storia d’amore, con protagonisti due robot che cercano di esprimere i propri sentimenti in un mondo in cui le macchine convivono con gli umani. Nella mezzora scarsa del film sono tanti i temi a emergere, dall’elogio dell’amore puro a una rappresentazione inusuale delle difficoltà di integrazione.

Anche il cast è sicuramente all’altezza, anche se è ben difficile riconoscere le fattezze di Andrew Garfield (Parnassus, The Social Network) e Sienna Guillory (Resident Evil, Eragon). Molto evocative le musiche, composte da Sam Spiegel con la piccola gemma della canzone principale cantata da Aska Matsumiya.

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