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Le ali della libertà dell’amore

Le ali della libertà dell'amore

Drew Barrymore in una commedia romantica. Basterebbe già questa (non) notizia per guardare a questo Amore a mille… miglia con curiosità. Si perché l’ex bambina prodigio di E.T. l’extra-terrestre (Steven Spielberg, 1982), l’ex più giovane tossicodipendente d’America e ora star del cinema per famiglie, ci provoca sempre una gran simpatia. David Letterman, che l’ha avuta ospite molto spesso ottenendo anche il premio di poterle vedere le tette in diretta, la descrive sempre come l’unico essere capace di devolgarizzare qualunque atteggiamento o situazione “a rischio”. Una definizione che calza assolutamente a pennello per questo film, capace di essere divertente, ma anche realistico nel mostrare lo smarrimento dei trentenni di oggi di fronte al lavoro e alle scelte sentimentali, pur mantenendo la grevità dei dialoghi da bar e alcune scene alquanto piccanti.

Lo script è alquanto scontato: come fanno due ragazzi che risiedono a grande distanza a mantenere viva una relazione romantica? Le nuove tecnologie aiutano, ma certo non bastano. Ecco dunque che si passa dal continuo scambio di sms (per fortuna reso con delle sovrapposizioni sullo schermo piuttosto che con la solita inquadratura dello schermo del telefonino) e alle video chat. Ma la presenza fisica è assolutamente necessaria per vivere una storia d’amore e quindi cominciano i viaggi, le tentazioni fisiche, le telefonate erotiche. Il tutto condito dalla (difficile) ricerca del lavoro e dalle difficoltà sollevate da amici e parenti. Eppure il ritmo, il citazionismo (la battuta su Micheal Bay è indimenticabile), la presenza degli anni Ottanta (Top Gun e Dirty Dancing) come simbolo di un’infanzia ancora dura a morire e i siparietti comici donati dai coprotagonisti (Christina Applegate su tutti) rendono questo filmetto assai godibile e mai volgare, pur nella sua volgarità (merito di Drew?).

Nonostante le risate in sala e la commozione alla citazione di Le ali della libertà (Frank Darabont, 1994, votato miglior film di sempre nella classifica di Imdb), leggendo qua e là le recensioni americane e italiane sembra di scorgere parecchio astio nei confronti di Amore a mille… miglia, come se la commedia romantica abbia bisogno di essere sdolcinata per essere capita e apprezzata. Una sensazione, certo, ma sta di fatto che nel suo genere, anzi, nella sua deriva di genere, il film risulta più che mai originale, fondendo il tono scanzonato di American Pie (Paul e Chris Weitz, 1999) con quello solenne di Notting Hill (Roger Michell, 1999). Ci sono voluti più di dieci anni per capire che questi due mondi potevano convivere, creando un incubo cinematografico (per alcuni) che potrà anche lasciare di sasso, ma dove l’originale finale non potrà che tramutare in statua. Letteralmente.

Curiosità
Lo sceneggiatore Geoff LaTulippe, qui al suo esordio cinematografico, ha scritto Amore a mille… miglia prendendo spunto dalla relazione a distanza avuta dall’amico fraterno David Neustadter, executive producer della New Line, nonché del film stesso.

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