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Vacanze toscane

Vacanze toscane

Una carrellata di baci, antichi e moderni, su tela e in fotografia, fa da sfondo ai titoli di testa connotando immediatamente Letters to Juliet come un chip flick* non privo, però, di un ritmo vivace e di una gradevole atmosfera da fiaba. Sophie parte per Verona in cerca dello scoop letterario ma quando risponde ad una lettera indirizzata nel 1957 alla “shakespeariana” Giulietta si ritrova ad affrontare un viaggio alla ricerca del vero amore, tra calici di vino, colline assolate, hotel di charme e città d’arte colme di comparse che sembrano sempre in posa. Di balcone in balcone, immersi in paesaggi da agenzia di viaggio anglosassone, la protagonista si imbatte in un gruppo di pittoresche segretarie del club Giulietta, tra cui spicca Luisa Ranieri in abito rosso fuoco, in un’improbabile Fabio Testi nobile toscano e in Angelo Infanti, seduttore un po’ appesantito ma sempre di ottima presenza scenica.

Commozione nonostante la sceneggiatura
Una commedia romantica dalla trama prevedibile, dai personaggi eccessivamente caratterizzati e dai dialoghi piuttosto banali. Per fortuna la casting director Ellen Lewis ha voluto “quel certo attore che alza il livello del film” e così la voce suadente e ipnotizzante della Redgrave ha affiancato gli occhioni espressivi della Seyfried facendo dimenticare, perlomeno a tratti, i limiti della sceneggiatura. Il talento che emoziona delle due attrici dispensa di autentica commozione questa scontata “Vacanza toscana”. Franco Nero, che entra in scena come in un vecchio western, e la Redgrave si sono conosciuti sul set di Camelot (Joshua Logan, 1966), nel ’69 hanno avuto un figlio e, dopo trent’anni di vita separata, nel 2006 si sono sposati in segreto. Una splendida coppia di attori innamorati, ancora bellissimi e affascinanti che, in una sorta di metacinema romantico, rende credibili scene ad altissimo pericolo di frana strappalacrime.

Curiosità
L’idea del film è nata, per i produttori, dopo l’ascolto dell’album The Juliet Letters di Elvis Costello e la lettura di Lettere a Giulietta delle sorelle Lise e Ceil Friedman. Il film è girato, tra l’altro, a Verona, Soave, sul Lago di Garda, a Siena, Montalcino e New York. In una scena girata nel cortile “shakespeariano” un turista tocca il seno destro della statua di Giulietta, tradizionalmente portatore di fortuna. Ci sono voluti tre mesi di negoziati con il comune di Verona per ottenere due giorni di chiusura della casa di Giulietta.

* Espressione in slang anglosassone utilizzata per indicare film destinato al pubblico femminile.

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