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La Disney ci riprova con Fantasia

La Disney ci riprova con Fantasia

Sempre più spesso ci sono casi in cui le produzioni americane di genere finiscono per essere fiacche e svogliate, affidandosi troppo a colori rutilanti, giostre di effetti più che speciali, immagini che vanno oltre la perfezione: forse le nuove tecnologie stanno togliendo qualcosa alla magia e alla fascinazione della celluloide. L’apprendista stregone è uno di questi casi.

Il titolo in origine deriva da una ballata composta da Wolfgang Goethe nel 1797, da cui sono state tratte numerose opere successive, tra le quali la più famosa è indubbiamente il film d’animazione di Walt Disney, Fantasia. Liberamente ispirato proprio a questo classico Disney, L’apprendista stregone è un buon film per gli appassionati di fantasy, anche se, a dire il vero, presenta molte sbavature e incompiutezze. Per esempio, l’isolamento di spazio e tempo, nel quale sono intrappolati i pochi personaggi che agiscono al limite dell’inverosimile. Le tante sequenze spettacolari non bastano a fare dell’Apprendista stregone un film da ricordare. Certo il soggetto è fantasioso. Ai tempi dei vecchi film su Mago Merlino bastava un “abracadabra” e qualche formula carpita in qualche vecchio tomo di magia per operare un incantesimo, ma ai giorni nostri c’è bisogno di altro: antenne satellitari, tecnologie avanzate, rimedi scientifici. Forse il regista, sfruttando il contrasto tra antico e moderno, ha voluto offrire una chiave di lettura di questo racconto diversa, nuova, che gioca proprio su questo contrasto, decisamente affascinante, oltre che sulla combinazione uso della scienza / visioni / dimensione del sogno.

L’opera di Turteltaub è insomma un esempio di leggenda intrisa di modernità. Gli archetipi di ieri e miti di oggi si mescolano in un racconto che si snoda fra lo stereotipo e la convenzione, tra un intreccio prevedibile e buoni effetti speciali. Nonostante l’impegno tecnico, il film è stato però un insuccesso, registrando ai botteghini un clamoroso flop. Confezionato con logiche commerciali, sporcato qua e là da sfumature dark e un po’ di mitologia, mantiene un aspetto da family movie che però non riesce a soddisfare appieno nemmeno i gusti degli spettatori meno esigenti. Infine, nel cast c’è anche Monica Bellucci, sulla cui recitazione è, forse, meglio soprassedere.

Curiosità
Nicholas Cage è da sempre un grande appassionato di fumetti e di animazione e ha spiegato che Fantasia è probabilmente il primo lungometraggio che i suoi genitori gli hanno fatto vedere, e che il suo amore per questo film l’ha portato a ripensarlo alla sua maniera, cioè come un film d’azione.

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