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Schegge da Cannes
Kiarostami in Toscana

Abbas Kiarostami e Juliette Binoche sulla CroisetteÈ il momento del grande maestro del cinema iraniano, Abbas Kiarostami, che arriva sulla Croisette con Copie conforme, di produzione franco-italiana, ambientato in terra toscana. Prodotto dal grande Marin Karmitz, il signor MK2, la famosa casa di produzione e distribuzione francese, e dal morettiano Angelo Barbagallo, che compare in un piccolo ruolo all’inizio del film.

Kiarostami riprende i temi dei suoi celebri film, da Il sapore della ciliegia a Dieci e li traspone in Toscana. Il film racconta dell’incontro tra uno scrittore inglese e una gallerista francese, una quanto mai stupenda Juliette Binoche, che avviene “sotto gli ulivi” dell’Aretino. I vicoli stretti di Teheran sono qui le viuzze dei borghi medioevali (il film è girato a Lucignano, Monte San Savino e Cortona), le lande brulle e desolate iraniane diventano le distese di grano in cui si stagliano i “carducciani” cipressi alti e schietti, il colore verde-grigio di Sotto gli ulivi torna nel paesaggio aretino. La Toscana è raffigurata con la fotografia calda e luminosa di Luca Bigazzi, il maggiore direttore della fotografia italiano, che rende la magia di quella terra, rifuggendo al contempo dagli effetti stucchevoli da cartolina. Le chiacchierate tra i due protagonisti avvengono durante interminabili viaggi in macchina, come succedeva nei film iraniani del regista come Dieci, e riguardano temi filosofici alti, come la riproducibilità dell’opera d’arte. Una visita al famoso falso storico della Musa Polimnia, ormai ufficialmente attribuita a un falsario rinascimentale, ma a lungo ritenuta opera greca, e poi romana, mette in dubbio la tesi di Walter Benjamin sulla autenticità e unicità dell’opera d’arte prima dell’avvento dell’era della sua riproducibilità tecnica, a fine ottocento. Non mancano momenti sull’infanzia, tema kiarostamiano per eccellenza, anche se relegati ad alcune scene del “figliuolo” della protagonista.

Un film complesso, meditativo, profondo, quello di Kiarostami, cui però non si può non rinfacciare il momento davvero trash, quello del dialogo tra la Binoche e una locandiera che parla in “toscanaccio”. Recitato malissimo dalla seconda, evidentemente presa dalla strada come nella miglior tradizione del regista, che forse è a suo agio solo con gli attori non professionisti iraniani.

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