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Schegge da Cannes
Araki e i suoi deliri

Gregg Araki con l'attrice Nicole LaLiberte durante la presentazione di KaboomVisto nella proiezione di mezzanotte l’ultimo, quanto mai delirante, film di Gregg Araki, dal titolo Kaboom. Ambientato nel mondo del college, vede un gruppo di ragazzi alle prese con enigmatici personaggi mascherati da animali, incubi ricorrenti che li perseguitano e diventano reali, bambole voodoo, personaggi messianici. Per arrivare a una situazione escatologica. Parte come un film onirico, dove i sogni rappresentano la sublimazione dei desideri e delle paure dei personaggi, ma svaporano subito, rivelandosi come tali. Finchè Araki non spinge l’acceleratore e va vivere agli spettatori un viaggio allucinatorio all’ennesima potenza.

Parte da Hitchcock, citando, volutamente confondendoli, i personaggi di Madeleine e Rebecca, prosegue con Lynch e Haneke (vedi Strade perdute e Niente da nascondere) per approdare al delirio surreale di un Miike Takeshi (vedi Dead or Alive). Rispetto agli UFO di Mysterious Skin, creati dall’inconscio di uno dei personaggi per nascondere il trauma degli abusi sessuali infantili, stavolta non c’è un rimosso da far riaffiorare. O meglio, questo non è esplicito, ma il rimosso esiste ed è quello della gioventù bruciata, della vuotezza delle varie, ultime, generazioni, dell’America con i suoi incubi, del “mondo di merda”, come definito in Mysterious Skin, che l’autore sta raccontando con il suo cinema.

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