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cultura dell'immagine e della parola

Uomini e donne
50 anni dopo


Un pigro pomeriggio non lavorativo, fatto di discussioni non troppo convinte su Facebook e desolazione televisiva, tanto che finisco sull’ennesima replica di Smallville. Quando ecco, nello status di un amico compare la rivelazione, la bomba, quella che il Mascetti chiamerebbe “la scintilla per la zingarata”. A Uomini e donne c’è una puntata con i vecchi! Mi ci fiondo. La prima cosa che noto è lo sprezzante birignao della DeFi, quello che sfoggia abitualmente a C’è posta quando interagisce con gli anziani. Mi sorge spontaneo il pensiero: parlerà così anche a casa? In fondo suo marito è più âgée di molti di loro. Poi inquadrano la signora Rosetta, che mi sembra già vista; e infatti aveva riscosso un certo successo nel serale del sabato. Per intenderci, lei la classica ospite che regala orgasmi alla sadica valchiria di Pavia: una di quelle che potenzialmente possono andare totalmente fuori controllo, ma fa niente, tanto sono vecchi e possono fare ciò che vogliono.

I miei sospetti vengono quasi immediatamente confermati, nel momento in cui l’arzilla nonnina si lascia scappare (meglio, lo dice convinta) un maionchiano “eh ma allora, cazzo” senza essere coperta dal bip. A questo punto, in ossequio al format, si parte con le esibizioni. Si sa, il potenziale partner va convinto, allisciato per bene. E allora via con un valzer, seguito da poesie (“Andrò per te al mercato degli uccelli” [sic]: il Passero Solitario rischiava di passare inosservato, troppo morigerato), per arrivare alla signora Miresa, la Marilyn di Frosinone che, dopo una sfilata totalmente fuori luogo, conclude la trasmissione con l’immortale frase da daytime “Allora sei un fijo d’androcchia”. Il doppiosensismo , d’altra parte, imperversa per tutta la puntata, facendo capolino anche nell’apparentemente innocua lista di abilità culinarie di una signora, che si dichiara “molto brava con le banane”.

Rispetto alla solita bagarre nazional-zarra della trasmissione, questo va detto, si è urlato meno, ma l’irriducibile Rosetta che vuole far vedere i sorci verdi al playboy della Versilia fa ben sperare in ulteriori sviluppi. Non tutto è perduto, quindi. La signora Costanzo si diverte, muovendosi a proprio agio tra i simpatici vecchietti. Si vede però che vorrebbe di più, più parolacce; sa che gli anziani che utilizzano il torpiloquio e si mostrano infoiati alzano l’audience: i malcapitati verranno forse fustigati dietro le quinte, non si sa, ma si intuisce che Lei lo vorrebbe. Vedremo come finirà. A questo punto attenderò con ansia le esterne in balera, o sul lungomare di Alassio, la Miami d’Italia.
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Su tutto, inquietante come una cariatide semovente, lei, Tina la Vamp al secolo Tina Cipollari. Seduta sul suo trono, a osservare con aria sfottente i tori nell’arena, fingendo che la gente non conosca la sua vera età. Prima di lasciare questo mondo, nel 2012 come predetto da Giacobbo, mi piacerebbe sapere non se esistono gli alieni, non leggere i file segreti sulla morte di Kennedy, ma solo questo: chi è Tina la Vamp, perchè sta lì, da dove viene e, soprattutto, dove vuole andare? Un mistero che ha surclassato l’inquietante interrogativo che mi braccava qualche anno fa, ovvero: chi cazzo è Raffaello Balzo? Chissà.

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