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Il ritorno dello Jedi

Il ritorno dello Jedi

Cos’hanno in comune la controcultura hippy degli anni Sessanta e l’esercito americano? Istintivamente niente, sono come il diavolo e l’acqua santa. Grant Heslov, invece, con i suoi monaci guerrieri, ci dimostra il contrario: un intero reparto delle forze armate statunitensi addestrato solo con metodi new age, meno violenti, in modo da evitare in futuro tutta quella serie di ripercussioni negative che la guerra del Vietnam ha portato con sé.

Se questa commedia nera è a tratti esilarante, basti pensare ai flashback sul cambiamento di filosofia dell’ufficiale Jeff Bridges e all’addestramento alquanto bizzarro del battaglione Jedi, per altri versi lascia spazio a qualche inquietudine. È così assurdo pensare che si possano utilizzare psicopoteri quando si parla di guerra? Sicuramente non si può uccidere una capra soltanto fissandola, e mi riesce difficile anche credere che concentrandosi si possano attraversare i muri, però quanto mostrato in questo film, volutamente esagerato per renderlo quasi ridicolo, non è del tutto fantascienza. Nel libro di Jon Ronson Capre di guerra, da cui è tratto il film, vengono riportati tutti gli studi fatti alla fine degli anni Settanta per sviluppare i poteri psichici dei soldati, al fine di formare il First Earth Battalion, prima unità di superuomini. Alcune delle tecniche psicologiche meno visionarie sono utilizzate sul serio nei conflitti in corso: non è un segreto che spesso i prigionieri vengano fatti impazzire a suon di musica o sottoponendoli a stimoli visivi fastidiosi e ripetuti.

Un altro spunto di riflessione che offre la pellicola di Heslov è sul ruolo dei media in tempo di guerra: è simbolico che la nuova recluta dell’esercito “illuminato” sia proprio un giornalista, il quale non solo ristabilirà nel battaglione la fisolofia di pace che nel frattempo si era persa, ma avrà soprattutto il compito di diffondere la notizia dell’accaduto, in nome della verità. Verità che come fin troppo bene sappiamo, viene scomposta dalle tv e selezionata solo in alcune parti, accuratamente scelte per andare ad arricchire l’immaginario della guerra che fa più comodo.

Curiosità
Il film in alcuni punti cita Star Wars. Il termine Jedi è un chiaro riferimento: la cosa divertente e molto autoironica è che Ewan McGregor, qui ultimo acquisto dell’esercito hippy, in tre film della saga stellare interpreta proprio il ruolo del giovane Obi-Wan Kenobi, cavaliere Jedi.

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