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Nella mente del serial fucker

Nella mente del serial fucker

Sesso, ossessioni e soffocamenti simulati. La vita di Victor Mancini è fuori da ogni schema. Cresciuto da una madre hippy continuamente in fuga dalla polizia e che lo affida di volta in volta a famiglie diverse per poi riprenderselo, Victor finisce per diventare un sessuomane incallito che immagina e cerca di accoppiarsi con qualunque donna incontri. Per guadagnarsi da vivere lavora in una specie di parco a tema in cui viene riprodotta la vita all’epoca della guerra d’indipendenza. Per arrotondare, inoltre, va a cena in ristoranti in cui simula di soffocare e si fa salvare la vita da qualche cliente che, riconoscente per essersi sentito un eroe, si legherà a lui e lo aiuterà anche economicamente. Nel frattempo divide le sue giornate tra la terapia di gruppo (che diventa invece l’occasione per sfogare i suoi istinti sessuali) e le visite alla madre ricoverata in una clinica in cui viene visto come Gesù dalle altre assillanti pazienti ricoverate.

Nel frattempo Victor scopre l’esistenza di un diario in italiano che dovrebbe far luce sul suo passato e così va alla ricerca della verità sulle sue origini. In questo quadro già di per sé fuori di testa si sviluppa una storia che prende vita dalla penna di Chuck Palahniuk, uno degli scrittori più trasgressivi e idolatrati degli ultimi anni. Il Palahniuk-style traspare tra la trama, le atmosfere e i dialoghi anche se a quanto pare il libro resta due spanne sopra il film diretto dall’attore Clark Gregg, alla sua prima da regista. Lasciando perdere il confronto con la versione cartacea (vedi La sottile linea rossa), Soffocare resta comunque un buon prodotto, ritmato e scorrevole.

L’ormai classica tecnica del flashback funziona bene per raccontare la vita passata di Victor, alternata agli strambi fatti che gli accadono invece nell’incedere della storia. Sam Rockwell entra perfettamente nel personaggio e convincono a pieno anche gli attori che incarnano i ruoli che ruotano attorno al protagonista: dall’Angelica Huston sopra le righe al masturbatore Brad William Henke, passando per l’enigmatica Kelly MacDonald. Buona anche la colonna sonora che include, tra l’altro, un pezzo dei Radiohead scritto apposta per il film e poi incluso nell’album In Rainbow. Di certo Soffocare non è un capolavoro e probabilmente, visto il materiale di partenza, si poteva ottenere di più anche a livello tecnico (delude un po’ la qualità delle immagini) e registico. Nonostante questo rimane un film piacevole e divertente.

Curiosità
Nel film compare anche Chuck Palahniuk: è l’uomo seduto di fianco al protagonista in aereo nel finale del film.

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