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cultura dell'immagine e della parola

Diario dalla Berlinale
13 febbraio

Steve Martin nei panni de l'Ispettore Clouseau ne La Pantera Rosa 2Mentre il Festival sembra non riservare più sorprese interessanti ecco arrivare invece una delle cose migliori viste qui a Berlino.
Deutschland ’09, ritratto della Germania di oggi fatta da 13 registi tedeschi, è un’opera collettiva, profonda e dissacrante, ma nello stesso tempo di grande impatto e riflessione. 13 cortometraggi che parlano di contraddizioni, che sanno prendere in giro (c’è una Merkel sfinita che si rivolge ad uno psicologo), che toccano il grottesco (sterminare l’intera redazione del Frankfurter Allgemeine solo per una prima pagina diversa dai canoni normali), che narrano di storie vere (un’intervista ad un ex detenuto di Guantanamo nel corto di Fatih Akin o l’arresto immotivato di un docente universitario accusato di far parte di un gruppo estremista), o dei tanti vanti architettonici. E in questo circo delle immagini, c’è anche la follia finale di una Germania chiusa in un manicomio, ritratto allegorico di Wolfgang Becker, dove chi addirittura osa pronunciare il “Yes we can” di Obama finisce in isolamento e con la camicia di forza. Si ride di gusto, ma si riesce anche a comprendere con lucida consapevolezza tutta una Nazione, con i suoi difetti ed i suoi pregi. Se a questo punto arrivasse un premio dalla Giuria, sarebbe solo strameritato.

Ma oggi è anche il giorno de La Pantera Rosa 2, con un cast ricchissimo (Jean Reno, Andy Garcia, Alfred Molina) e con uno Steve Martin protagonista assoluto e divenuto oramai moderno Ispettore Clouseau. Non mancano certo gag e imprevisti, ma non basta, semmai aumenta la nostalgia per il Peter Sellers che tanto abbiamo amato e che oggi sembra mancarci più che mai.

Sarebbe dovuta essere la mia ultima giornata berlinese, ma si sa che venerdì 13 non è mai una giornata particolare, e mentre arrivo in aeroporto per imbarcarmi, scopro con amara ironia che il mio volo (l’unico della giornata) viene annullato per malattia dell’intero equipaggio. E mentre mi accompagnano in un albergo nelle vicinanze, un unico pensiero mi frulla nella testa: EasyJet? Oramai ho perso la speranza.

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