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La loro Africa

La loro Africa

Facile liquidare Madagascar 2 come il classico prodotto studiato a tavolino per fare incetta di incassi al botteghino, da parte di una casa di produzione, la DreamWorks, che preferisce adagiarsi sui successi consolidati. È altrettanto facile fare un impietoso confronto con la capacità di sperimentazione della Pixar, che riesce a sfornare lo strepitoso Wall-E (id., Andrew Stanton, 2008). Tutto vero naturalmente, ma, fatte queste debite premesse, si deve riconoscere che Madagascar 2 può vantare più di una freccia al suo arco.

In primo luogo va riconosciuto un lavoro di introspezione psicologica, notevole per dei personaggi a disegni animati. Questo nasce dal grande lavoro dei doppiatori che sono entrati praticamente in simbiosi con i loro personaggi e hanno ricreato le condizioni di spaesamento in cui sono venuti a trovarsi, come se avessero donato loro un’anima insieme alla voce. Il tutto nel contesto di una contrapposizione tra la vita, in cattività, in una grande metropoli, e quella allo stato selvaggio della terra ancestrale, l’Africa che è anche la culla dell’umanità. Ognuno dei protagonisti va incontro ad una evoluzione del proprio personaggio, nel corso del film. Inutile dire che tutto questo lavoro si perde nel pur ben fatto doppiaggio in italiano.
Grande merito va allo sceneggiatore Etan Cohen, distintosi per il lavoro fatto per Tropic Thunder (id., Ben Stiller, 2008), film che ricorda per molti versi Madagascar 2. Diretto dallo stesso Stiller, che doppia Alex il leone, è anche questo una storia di disorientamento di un gruppo di attori di un film bellico, che vengono catapultati in una vera zona di guerra.

L’altro grande pregio del film è quello di aver saputo ricreare il paesaggio vertiginoso dell’Africa: luoghi sterminati, immensi e magici, che impressionano per la loro maestosità. Se gli sfondi del Madagascar, del primo film, erano più irreali e frutto della fantasia degli artisti della DreamWorks, per il sequel era necessaria un’operazione diversa. Per riprodurre, nel modo più realistico possibile, questi ambienti gli scenografi hanno fatto numerosi viaggi nelle location reali. Il risultato è in effetti notevole. Gli sfondi dipinti del film restituiscono l’imponenza dei luoghi originali, come si presenta a si trova davvero a visitarli. Una sensazione che non si riesce a provare con le semplici immagini fotografiche o con riprese televisive.
Il film è poi agghindato da una colonna sonora folk davvero suggestiva, fatta di percussioni in stile Tamburi del Bronx, canti e cori africani, che rendono il tutto ancora più affascinante.
Madagascar 2 è dunque un prodotto molto ben confezionato che farà la gioia di grandi e piccini per Natale, ma nulla di più.

Curiosità
Il lavoro con i doppiatori è stato talmente minuzioso che ad interpretare i personaggi di Alex e Gloria da cuccioli sono stati impiegati i figli piccoli dei loro doppiatori da grandi, Quinlan Stiller e Jada Pinkett Smith. Il piccolo Quinlan, figlio di Stiller, non appena veniva posto sullo sgabello troppo alto della sala di registrazione cominciava a urlare e i tecnici del suono catturavamo prontamente i suoi vagiti.

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