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Dead Set – Quando lo splatter va in tv

Mi immagino una serata in cui, facendo zapping alle dieci di sera, incappo in una scena in cui Alessia Marcuzzi si ingozza delle budella di un vecchio concorrente del Grande Fratello. E no, non è una delle terrificanti gag inscenate da Gerry Scotti a Paperissima, ma una miniserie in prima visione tv.
Me lo immagino soltanto, perché una produzione televisiva di questo tipo è ad anni luce di distanza dalla tv generalista italiana. Invece in Inghilterra Dead Set è andato in onda su E4, nelle cinque serate precedenti la notte di Halloween. E4 è il canale digitale di Channel4, un po’ quello che in Italia è Iris per Canale5. Trasmette serie tv di vario tipo, ma soprattutto contenuti più o meno legati al Grande Fratello, che in prima serata va poi in onda sulla rete madre. In questo palinsesto, per una settimana, si è inserito Dead Set. Presentato come una miniserie, Dead Set è in realtà un vero e proprio film della durata totale di 141 minuti, suddiviso poi in cinque episodi.

L’idea della serie nasce da un bel ragionamento sull’horror. Non è forse vero che gli stilemi del genere prevedono che un gruppo di ragazzi, ognuno con caratteristiche schematiche e predefinite, finiscano per ritrovarsi in un luogo circoscritto in cui saranno eliminati uno dopo l’altro? Non è questa la stessa logica del più storico dei reality show? Deve sicuramente averlo pensato Charlie Brooker, uno dei più cinici critici televisivi inglesi che, partendo da quell’idea, ha scritto la sceneggiatura di Dead Set. Il rischio di legare due argomenti come il Grande Fratello e lo zombie movie era quello di cadere nella facile risata, di fare una sorta di La notte dei morti dementi (Shaun of the Dead, Edgar Wright, 2004) ancor più demenziale. Ma per fortuna Brooker non è Pino Insegno, e il risultato è stato tutt’altro.

Dead Set è infatti uno degli zombie movie più interessanti degli ultimi anni, riuscendo a innovare il genere come pochi altri film recenti hanno fatto (28 giorni dopo e Diary of the Dead, per fare due nomi). La satira nei confronti della tv e del suo pubblico è feroce, e la scena di cui si parlava in apertura, con protagonista Davina McCall (la conduttrice del Big Brother inglese) ne è emblematica. Non mancano le situazioni comiche, ma sono sempre funzionali ai saliscendi di tensione, che vengono poi sublimati da scene così splatter che in Italia non si vedono dai tempi di D’Amato e Deodato.
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Anche il tipo di serialità è completamente estraneo al nostro tipo di televisione. Da noi non si è mai vista una serie di cinque episodi da trenta minuti in onda per cinque giorni consecutivi. Troppo costosa, troppo poco redditizia, adatta a un pubblico troppo di nicchia. Invece Dead Set ha fatto segnare l’8% di share su un canale poco abituato a superare il punto percentuale, ha fatto tornare sugli schermi il Grande Fratello nel periodo di stanca tra la nona e la decima serie e ha portato al canale un target diverso da quello abituale.

Noi, invece, dobbiamo continuare a sorbirci Alessia Marcuzzi e Gerry Scotti, e difficilmente presto si sbraneranno a vicenda.

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