hideout

cultura dell'immagine e della parola

MGMT
Electric Feel

Canzone: Electric Feel
Artista: MGMT
Disco: Oracular Tentacular
Regista: Ray Tintori
Anno: 2008
Guarda il video di Electric Feel nel canale Youtube di Hideout

In Electric Feel, Andrew VanWyngarden e Ben Goldwasser giocano – guidati dal regista ventiquattr’enne Ray Tintori – come le avanguardie rock anni settanta giocavano con i synth Moog e ARP; cercano nuovi stili di visione, così come allora l’underground si armava di telecamere super8; assemblano forme schizoidi, come i generi “new” anni ottanta facevano attraverso l’innovazione digitale di sequencer e drum machine.
Portano sullo schermo la psichedelia psicotropa del loro sound appropriandosi delle forme della memoria collettiva da cui proviene la loro musica.

È forse per questo motivo che per Electric Feel non sarebbe stato sufficiente un solo videoclip. Perché il bisogno di esprimere un sentimento tribale, originario, e tuttavia legato al “sentimento elettrico” dell’ultima frontiera del sentire mediatico, ha bisogno di essere rimesso in scena almeno una seconda volta.

La prima volta il giovane Tintori traduce Electric Feel nel linguaggio del non-senso: il risultato è un prodotto videomusicale e insieme videoludico in cui ognuno può, a tempo di musica, combinare colori e forme cliccando su una tastiera e personalizzando il proprio clip.

«Sono previsti matematicamente 4,290,888 modi diversi in cui può prendere forma» ha dichiarato il regista.
Un’operazione di straordinaria interattività, ma soprattutto espressione dello scavalcamento del videoclip come linguaggio, dalla rigidità televisiva alla dinamicità dei new media in cui si è affermato come contenuto di maggior rilievo.

La seconda volta il video si ricompone in una veste più “ordinaria”. Si tratta di un rave in un’improbabile angolo di foresta dove i Rock-afire Explosion suonano il richiamo degli MGMT fino all’arrivo della notte, quando la luna verrà catturata e la tribù si bagnerà del suo liquido psichedelico come in un rituale sacro.

Nel calderone estetico di Tintori finiscono il senso del magico, una comunione con la natura che arriva all’animazione digitale passando per [img4]la robotica nascosta sotto i peli di quella band, simbolo dello spettacolo seriale – come seriale era la famosa catena di ristoranti Showbiz Pizza Palace di cui i Rock-afire Explosion furono le star negli anni ottanta.

Surfando sull’onda dell’indie rock, mescolando synth pop, elettronica e psichidelia dance, questi due ragazzi di Brooklyn stanno proponendo all’universo uditivo – e soprattutto visuale – qualcosa che assomiglia più all’essenza profonda dell’attuale sound magmatico e del suo costante divenire, che a un trapianto shelleyniano di nostalgiche atmosfere hippy sul corpo tentacolare della postmodernità.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»