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cultura dell'immagine e della parola

Incontro con Lorenzo Vignolo

Hai scelto un approccio ironico e fumettistico per una canzone come C’è crisi di Bugo, che avrebbe rischiato di essere forse stucchevole data la tematica.

Vorrei rispettare la volontà di Bugo di non politicizzare in senso canonico la canzone: non si voleva parlare di crisi politica, ma allargare un attimo il discorso. L’approccio a questa canzone è partito dal testo ma anche dal suono, perchè il suono elettronico mi evocava atmosfere alla Hair, alla french touch, mitteleuropee, anche se la canzone racconta davvero l’Italia.
In realtà poi il video è stato ambientato in un non luogo, perchè il vuoto che mi suggerisce la visione di un oblò è anche un momento di riflessione in cui inizio a pensare se le cose vanno davvero bene. Mi piace molto anche la riflessione sul pulito: forse l’unica persona umana, oltre Bugo, anche se profondamente fumettistica, è questo homeless che riceve una moneta come se fosse una lavatrice.

Nel video di Irene Grandi Come tu mi vuoi in un ambiente serioso con l’aura di Mina che in un certo senso pesa sul video e sulla canzone tu hai inserito elementi di ironia, mentre, ad esempio in Zeta reticoli dei Meganoidi hai tirato fuori la parte drammatica di un attore comico.

Per Come tu mi vuoi mi è stato chiesto di fare un omaggio a una performance del 1967 di Mina in una trasmissione televisiva che si chiamava Sabato sera. La difficoltà in questo caso è stata la messa in scena. All’interno di un video del genere ho fatto delle scelte: siccome si parla di televisione, ho scelto di fare un omaggio alla televisione degli ultimi vent’anni con gli interventi di Red Ronny o Marco Maccarini. Poi a Maccarini piaceva il gesto ironico, per cui ho detto: “Se ci deve essere ironia quella è Maccarini”. Il fatto che ci sia Francesco dei Baustelle è un omaggio a lui che ha scritto Bruci la città per Irene Grandi. Il lavoro grande è stata quindi la messa in scena e la cura della performance della cantante, nel suo volto e nelle sue movenze.

All’inizio della tua carriera tu con Andrea Bruschi avete fondato la Zerobudget: gli inizi sono sempre rocamboleschi e con pochi soldi?

Sono sempre rocamboleschi, a meno che tu non sia nato nel cinema o Lorenzo Vignolo, Francesca Bertazzoni<br /> e Barbara Maussier” />abbia genitori inseriti. Io ho speso il mio volontariato in una televisione diocesana dove ho montato di notte, di nascosto, i miei primi due cortometraggi. I video invece ho avuto la fortuna di iniziarli a fare con un buon budget!</p>
<p><strong>Come ultima domanda volevo sapere: chi è Larry Wine?</strong></p>
<p>Larry Wine è un mio montatore, americano, vive a Danton in Texas. Viene in Italia solo per i miei video e non viene mai pagato. Per me è un montatore straordinario, a d esempio ha lavorato su <em>Black Hole Sun</em> dei N.A.M.B. l’unica cosa che chiede è l’assicurazione sui denti, perchè è un americano… è un montatore che non lavora con nessun altro: so che Riccardo [Struchil, N.d.R.] l’avrebbe voluto ma poi lui vuole lavorare solo sui miei video. Tra l’altro abbiamo anche il nome simile perchè Larry – Lorenzo e Vignolo-Wine… ci siamo sempre trovati molto bene.</p>
				<p class= A cura di Francesca Bertazzoni
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