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cultura dell'immagine e della parola

Il mondo virtuale di Rocco Siffredi

«Ho fatto realizzare il calco del mio sesso in CyberSkin®, il materiale sintetico dalla consistenza identica a quella della carne umana. Ora è in vendita in tutti i sexy shop».
«Ehm, non ho capito bene. Puoi rispiegarmelo?»

Questa scenetta andò in onda in tv un po’ di anni fa, e vide protagonisti sua maestà Rocco Siffredi e un’allibita intervistatrice, spiazzata dal termine “sesso” usato come nella sua accezione di “organo genitale”. Per promuovere il suo fallo serializzato e il suo sito a pagamento, come tale ora non più in rete, Rocco Siffredi concepì, nel 1999, il film www.roccofunclub.com. Ben lungi dall’essere una semplice opera promozionale, questo hardcore è il primo a fare abbondante uso di effetti speciali in computergrafica.

Uno scienziato pazzo ha inventato un marchingegno che permette di entrare fisicamente nello spazio virtuale di internet. Consiste in un PC che, al posto del mouse, utilizza, guarda un po’, il pene artificiale di Rocco. Ad approfittarne è una biondissima, e gnocchissima, virago, interpretata dalla norvegese Dina Jewel che, masturbandosi con quel mouse atipico e connettendosi, manco a dirlo, a roccofunclub.com, viene risucchiata nel computer. Dentro al sito diventa un pericolosissimo virus: chiunque vi navighi muore investito da scariche elettriche che fuoriescono dallo schermo. Questo avviene naturalmente dopo una scopata o un’orgia, del resto si tratta pur sempre di un film porno. Tutti queste morti misteriose, tra cui anche quella del webmaster, portano la polizia all’inseguimento dell’incolpevole Rocco che, in fuga, si esibisce in scene spericolate, degne di Mission: Impossibile. Improvvisatosi detective, trova ben presto la pista giusta, giungendo così nell’antro del novello Dr. Caligari. Essendo titolare dell’attrezzo originale, al nostro eroe basta un lavoretto eseguito da due procaci fanciulle, e via nel cyberspazio! Nel suo sito, in chi mai si imbatterà, se non in un suo gemello virtuale? I due Rocchi daranno una prevedibile lezione al malvagio virus, impegnandola in un ménage à trois. Lei sembrerà prendere il sopravvento, arrivando sul punto di disintegrarli, ma verrà sconfitta da una bellissima poliziotta che ha sempre creduto nell’innocenza di Rocco. Tutti vissero così felici e gaudenti.

La cosa più divertente di questo film è tra i “dietro le quinte” sui titoli di coda, e riguarda la spiegazione dell’effetto speciale dell’orgia che coinvolge Rocco, il suo alter ego e la bionda serial killer di internet. Mentre il vero Rocco la prende da dietro, sullo sfondo di un blue screen, un oscuro assistente di scena impugna un’asta che porta all’estremità il solito fallo sintetico, che va a finire nella bocca di lei. Rocco girerà poi la scena nell’altro ruolo che verrà così sovrapposta. E poi dicono che i porno sono tutti uguali e noiosi!

Curiosità
Rocco Siffredi, al secolo Rocco Tano: quale sarà l’origine di quel nome d’arte diventato ormai celeberrimo? Se non ci siete arrivati, andate a vedere come si chiama il personaggio interpretato da Alain Delon in Borsalino (Id., Jacques Deray, 1970)! In genere nei film porno, gli attori non indossano slip in [img4]modo che, quando vengono calati i calzoni, sia tutto già bell’e pronto, senza perdite di tempo. Ma Rocco, nei film da lui diretti, infrange questa regola mettendo, e facendo mettere mutande a tutti. Questo serve per rendere quello che lui definisce l’”effetto ponte levatoio”. Rocco fece, anni fa, una mirabile apparizione nella trasmissione Kitchen, condotta da Andrea Pezzi, in cui gli ospiti erano invitati a cucinare la loro ricetta preferita. Il nostro propose una sorta di beverone densissimo e iperenergetico, una specie di zabaione arricchito. Raccontò di avere inventato tale manicaretto per sostenersi quando lavorava in Germania per la Video Teresa Orlowsky, casa di produzione dove si girava con ritmi molto stressanti. Capitava infatti che, dopo una scena, il regista così lo rimproverasse: «Ma Rocco, cos’è? Acqua minerale?!».

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