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cultura dell'immagine e della parola

Premio
Duellanti 08

Gianni Canova, direttore di DuellantiAl Premio Duellanti ha sicuramente vinto il tonno gigante dagli occhi rossi. Una prelibatezza da catering di lusso spalmato su una tavola candida e a poco a poco sfilettato durante la cena post premiazioni. Sventrato, scavato, divorato fino alla spina dorsale. Inerme, ci guardava tutti con il suo occhio rosso.

Curioso epilogo di una serata particolare, alla Triennale di Milano, dove cinema, critica, produzione, videoclip, prodotti, spot, marketing, public relation, jazz, cabaret, bon ton e nostalgia si sono mescolati in modi creativi e per certi versi scioccanti. Presenti tra gli altri Gianni Canova, direttore editoriale di Duellanti, Massimo Rota, direttore responsabile di Duellanti e Domenico Liggeri, autore e regista televisivo.

Sicuramente i premi più belli quelli della sezione cinema, a Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti e a Il passaggio della linea di Pietro Marcello. Due premi come è sempre stato nella tradizione di Duellanti: meno possibilità di errore per chi giudica, meno diritto di esultare per chi vince.

Ma il senso di tutto rimane nell’occhio rosso del tonno: che ha sofferto, che è rimasto senza parole e senza viscere.

I vincitori del Premio Duellanti

• VIDEOGAME
BioShock (2K Games Boston/Take2, Xbox 360, PC)
“The Orange Box. La scatola delle meraviglie, un Cofanetto Sperlari ricco di sorprese. Se la vita è una scatola di cioccolatini, non sai mai cosa aspettarti da Valve. Cinque titoli che hanno fatto la storia, dal kolossal Half-Life all’indie Portal. Nella scatola arancione c’è di tutto e di più, tra cui Team Fortress 2, praticamente un film della Pixar giocabile. The future is bright, the future is orange” (Matteo Bittanti, How They Got Game).

• VIDEOCLIP
Dalla pelle al cuore di Gaetano Morbioli (Antonello Venditti)
“L’opera viene premiata per la sua capacità di calare la sensibilità cinematografica nella forma videomusicale. Si eleva inoltre per il raro coraggio editoriale di eliminare il dogma del playback, nonché per il gesto etico dell’Artista titolare del brano, di rinunciare alla propria esposizione per lasciare spazio alla storia, interpretata alla perfezione dagli attori. Venditti ha dimostrato che non è casuale il suo feeling con la settima arte, dando la possibilità al telentuoso Gaetano Morbioli, re incontrastato dei videoclip italiani, di misurarsi con il puro linguaggio cinematografico, dimostrando di saperlo padroneggiare con grande gusto e maturità tecnica.”

• FILM
Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti
“Per la forza visiva ed emozionale con cui mette in scena la dialettica tra conformismo e diversità in un piccolo angolo dell’Italia di oggi, inseguendo un’idea di cinema che viene da lontano, da Ermanno Olmi e da Franco Piavoli, ma che è capace di interrogare il nostro presente molto più in profondità di tanto cinema più ricco e “assistito”. Per la lezione di indipendenza, coerenza e verità che riesce a trasmettere a ogni spettatore.”

Il passaggio della linea di Pietro Marcello
“Per l’originalità con cui assume il treno come motore drammaturgico e scenografico di un ‘viaggio in Italia’ che assembla paesaggi, architetture, volti, storie, dialetti e vite, all’insegna di una mobilità che è al contempo visiva, narrativa ed emozionale. Per la capacità di fare delle immagini un tramite verso la verità.”

• SPOT
Freddy Gas agenzia 1861 United
“Per la freschezza del trattamento e la spontaneità della recitazione, capaci di creare un’immediata empatia con il pubblico di riferimento. Per la semplice originalità del contesto scenografico scelto. Per la regia – elegante ma non artefatta – e per il montaggio, fluido nella narrazione, senza mai essere scontato. Infine, da un punto di vista strettamente pubblicitario, per la straordinaria coerenza tra questo spot e il resto del mondo comunicazionale della marca Freddy.”

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