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Pacco, doppiopacco e contropaccotto

Pacco, doppiopacco e contropaccotto

Abbondanti ed estese precipitazioni sono previste su tutto il territorio. Niente sarà risparmiato. Precipitazioni di pagine e pagine a cui questo romanzo si concede, e ci concede, con voracità.
La storia de La colpa è una storia che vuole precipitare. Che vuole sgretolarsi e poi ricomporsi.
Rudd senza padre, con poca madre, pochi amici, poco di tutto. Un cognome che pochi sanno pronunciare correttamente. Un adolescente che si trascina senza meta, come tanti. La sua singolarità però emerge quasi subito, quando scopre di avere un fratellastro coetaneo, Lael, e quando scopre la storia di William Hooper Young. Il primo, nato da una scappatella del padre defunto, il secondo, omicida di una ragazza ai primi del novecento, a metà tra omicidio rituale e follia. Da una ricerca scolastica su questo fatto di cronaca nera inizia nasce così il legame tra Rudd e Lael. E quello tra Rudd e Hooper.
Queste due relazioni sono speculari. Quella con Lael domina nella prima parte mentre quella con Hooper è latente, “cartacea”. Successivamente le “quantità” si invertono. In questo di passaggio tra vasi comunicanti, Rudd è nel mezzo, punto di contatto e scambio.
Ne esce inevitabilmente sballottato, sfasciato. Soprattutto per un sentore d’omicidio, di morte, che aleggia su tutta la vicenda. Come i personaggi fossero sempre sull’orlo di una pazzia. Tinte oscure ammorbano anche il cuore del romanzo: il rapporto tra Rudd e Lyndi.

Una storia d’amore tra le più anomale che la Storia Universale delle storie d’amore ricordi. Rudd ha ucciso barbaramente la famiglia di lei, durante un pomeriggio di campeggio a cui la ragazza non ha partecipato. Indovinate chi non sa cosa. In verità, entrambi non conoscono i fatti. Rudd è quasi vittima della sua stessa memoria deficitaria e diventa l’unico “sopravvissuto” della sua strage, con tanto di ferite identiche a quelle dei cadaveri.
Il romanzo raggiunge un livello di complessità e di intreccio notevoli in questa parte centrale, anche a causa dell’altra grande componente del testo, quella religiosa. Brian Evenson è nato e cresciuto in una comunità mormonica del tutto simile a quella in cui è nato e cresciuto Rudd. Lo scrittore svela con tranquillità, nella postfazione, lo stretto legame autobiografico con la vicenda de La colpa. L’invasiva presenza del Mormonismo è fondamentale per collocare nella giusta prospettiva il “movente” del romanzo, usato da Evenson per prendere le distanze dalla sua comunità. Le pagine del libro sono anguste, affollate di perché sui riti, sulle credenze e sulle angherie spirituali fuori e dentro il Tempio. Evenson si scarcera definitivamente dalle sue origini, eppure usa parole di rispetto per la cultura che l’ha battezzato (e poi scomunicato) come scrittore.

Il mormonismo è cruciale anche nel pluriomicidio di Rudd. I cadaveri, sul fianco di una collina, sono disposti come i simboli delle vesti cerimoniali dei Mormoni: una V, un angolo retto e due tratti orizzontali. Così giacciono i familiari di Lyndi. E Rudd, l’assassino.
Tutto il romanzo si basa sugli inganni dei pensieri del protagonista: Rudd inganna se stesso, inganna gli altri attori della storia e inganna, naturalmente, il lettore. Pacco, doppiopacco e contropaccotto.
La vicenda si potrebbe illustrare graficamente come una curva a U in cui i due vertici più alti sono gli estremi di normalità e pazzia, all’inizio e alla fine del libro. E la parte centrale risulterebbe così essere una zona di mezzo, paludosa, in cui Rudd cerca se stesso e trova solo il peggiore se stesso che avrebbe potuto trovare.

L’autore
Brian Evenson è nato nell’Iowa nel 1966. E’ autore di due romanzi e di quattro raccolte di racconti. La colpa è la sua prima opera ad essere tradotta in italiano.

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