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cultura dell'immagine e della parola

Britney Spears – Break the ice

Canzone: Breake the ice
Regista: Robert Hales
Artista: Britney Spears
Album: Blackout
Anno: 2008
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Ancora l’ex stellina del pop, passata dal tipo “scolaretta” al tipo “femme fatale”. Ancora una volta uno stereotipo in bilico tra Paris Hilton e Amy Winehouse: bella, “talentuosa” e irrimediabilmente sfatta, strafatta, devastata dalla popolarità.
Un decadimento che è racconto e messa in scena, una nuova immagine da usare e manipolare per il ritorno, provocatorio, sulle scene.

Così il nuovo album Blackout – improvviso scollamento dalla luce del precedente periodo – frulla vita privata e gossip, personaggi vissuti e interpretati: la cantante è una ballerina di lap dance e una giovane donna dalla faccia pulita (Gimme more), una star cannibalizzata e una natica in copertina(Piece of me), fino a diventare qui solo un ricordo.
Con Breake the ice si assiste a un singolare, forse necessario, processo di spostamento del corpo della star a un’idealizzazione fasulla. Finta perchè ridisegnata da zero.

L’eterno America dream sembra non reggere: con Breake the ice la forza dell’icona Spears si perde. Archiviare la sua immagine, che è corpo-sessualità e nudità-atleticità da superdonna, quindi un insieme di significati mercificati e vendibili, pare una strategia suicida.
Il regista mainstream Robert Hales compie una sostituzione simile a quella operata, sempre da lui, su Amy Winehouse nel video di Valerie.

Là, Winehouse è assente da Valerie, tranne che nella voce, sostituita da altre donne, controfigure che ne imitano gesti, trucco e acconciature. Per Breake the ice Britney diventa una donna cartone che si ispira (veramente è proprio una copia, dal bacio assassino ai vetri infranti) al video-game eroico e erotico Toxic di Joseph Kahn.
Si punta sui ricordi dell’immaginario collettivo, ci si attacca a quella sensazione di deja vous che fa delle produzioni videografiche pop un calderone di patine luccicanti e inamidate.
Ma, invece di reinventare il corpo da spettacolo della Spears, mostrando un nuovo e morbosamente ricercato “pezzo di lei”, Hales lo annulla, cancellando l’icona dalla percezione, azzerando la sua essenza.

Un’eroina senza più la pelle e la forza esplosiva di Toxic, dove tutto e tutti le erano concessi, ma una riduzione economica senza somiglianze con la rappresentazione reale (ma, d’altra parte, con tutte queste maschere non è più riconoscibile un volto preciso).
Contemporaneamente, il doppio animato di Britney avrà una prosecuzione nel tempo come prodotto seriale (il To be continued lascia presagire una nuova puntata).

Avrà dunque una conclusione e un ricongiungimento con se stessa? In questo veloce videoclip la Spears di carta si guarda allo specchio, si osserva addormentata per poi condannare il suo doppio – che pare proprio il doppio favolistico di una principessa addormentata con i lunghi capelli biondi fluttuanti – alla morte. È un segnale di incosciente consapevolezza?

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