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Un’adolescenza tra sogno e realtà

Un’adolescenza tra sogno e realtà

Il regista e sceneggiatore Sebastiann Niemann ha trasformato un fenomeno ormai radicato nella tradizione germanica da ben trent’anni in un film misto di animazione al computer e live. Uibù è infatti un personaggio diffuso tra cassette, libri, dischi e dalla cui storia è stata tratta una serie radiofonica di grande successo. Niemann, con questo film che in Germania ha incassato circa sedici milioni di euro con più di due milioni di spettatori di tutte le età ha dato libero corso alla fantasia, dando vita a un intreccio semplice ma efficace, che si dischiude poco per volta come un piccolo grande universo e che mescola a intervalli più o meno regolari pennellate cariche di atmosfera fiabesca con tocchi di colore più realistici.

Il motivo infatti per cui il protagonista della vicenda (il fantasma Uibù interpretato da un eccellente Michael Herbig) riscuote tanto le simpatie del pubblico è dato dalla somiglianza che ciascuno di noi può riscontrare tra il percorso di maturazione attivato nel corso della vicenda da questo fantasma fifone e il proprio percorso personale. Egoista e calcolatore in vita così come lo sarà in seguito da fantasma, Uibù durante lo svolgersi della vicenda è protagonista di un vero e proprio processo di crescita personale. Dopo innumerevoli avventure e difficoltà superate con l’aiuto di re Julius e di un bambino, Uibù è maturato. Il fantasma fifone dell’inizio del film che esemplificava in maniera perfetta il livello di infantilismo che possedeva Uibù in vita non esiste più. Al suo posto ci si ritrova con un fantasma generoso e attento alle esigenze altrui, che non ha ancora perso il vizio di tentare di turlipinare in certe occasioni il prossimo intontendolo di chiacchiere allo scopo di ottenere i propri fini, ma disposto anche ad affrontare le proprie paure e a sacrificarsi per le persone che ama.

Ciascuno di noi sa bene come può essere difficile durante il periodo della crescita superare l’adolescenza per ritrovarsi da un giorno all’altro catapultati con prepotenza nel mondo degli adulti, così strano ed incomprensibile nelle sue dinamiche. Inizialmente, da bambini, tutti sono un po’ dei piccoli Uibù, fantasmini fifoni che vivono liberi e allo stesso tempo imprigionati nella rete di sicurezza e fantasia che si sono creati con la loro immaginazione. Il susseguirsi degli anni poi e delle esperienze incrinano le convinzioni di bambini radicate nella fantasia e scardinano la porta d’ingresso nel mondo della realtà, guadagnando in concretezza e consapevolezza ma perdendo quella leggerezza data dall’immaginare continuamente universi fantastici. Ricordandosi però talvolta, che in una vita quotidiana già dura e difficile di per sé, un pizzico di fantasia ogni tanto non guasta mai.

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