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Il teorema della colomba

Il teorema della colomba

Il mercante di pietre è un uomo affascinante, terribilmente affascinante.
Impossibile resistere ad Harvey Keitel, sanguigno e raffinato, specialmente se sei una giovane donna, bella, realizzata ma terribilmente infelice. Tuo marito è stato privato della mascolinità, ridotto a mezz’uomo, con le gambe amputate, a causa di un attentato terroristico, tutto cervello, nessun corpo.
Un viaggio in Cappadocia ti cambierà la vita, lì, tra i “camini delle fate”, incontrerai il mercante, le sue pietre preziose, i suoi abiti accollati. Assisterai a danze mistiche dove da un palmo di mano il nerbo di un dio trapassa al corpo danzando con gonne attorcigliate come turbinii di emozioni. Il mercante ti tenterà, ti ruberà l’anima. Tornerai a casa convinta di poter dimenticare quel fugace incontro ma lui ti troverà, ti scriverà poesie che parlano d’amore. Cederai, ti innamorerai, vittima di un’illusione, vittima di te stessa.

Tuo marito Alceo tenta invano di metterti in guardia, lui che fiuta terroristi come un segugio, questa volta con te fallirà.
Alceo mente, è tutta gelosia, pensi, l’uomo oscuro è buono, fuggirete insieme.
Una vita infelice la tua, una vita infelice quella di Alceo, un orrore quotidiano che ti rifiuti di accettare, ora più che mai.
Questa è realtà!
Una realtà fatta di mutilazioni dolorose, di affetti rubati, di vite strappate, amori impossibili, amori forti.
Questo è il mercante di pietre!
Uomo terribile. Un italiano, convertito all’Islam, un terrorista che uccide in nome del “suo dio”, un seduttore che irretisce giovani donne coinvolgendole inconsapevoli in attentati e morte.
Questa è la strategia della colomba!
Ma il mercante questa volta si innamora, di te, croce e delizia, rovina immanente.

Un film forte, crudo, spietato. La verità viene a galla: il dolore di chi ha perso ciò che non gli verrà più restituito, il dolore delle mutilazioni, il dolore di chi ancora non sa che presto dovrà morire vittima di un credo che nemmeno gli appartiene.
Un film coraggioso, da amare, da odiare. Una tematica scottante, tragica. Accende gli animi, divide, genera rancori.
Martinelli dice la sua con forza, ritmo, determinazione. Pochi giri di parole, semplicemente fatti, immagini dure, dialoghi sferzanti, filmati incriminanti. La tesi non fa una piega. Un teorema perfetto, per chi lo condivide. Nessuna illusione, dalle premesse un finale scontato, realistico, commovente, come ci si aspetta che sia. Bravissimi gli attori, bravissimo il regista, perfetto ed evocativo il titolo del film.
Finalmente il ritorno di un genere di attualità politica e sociale coraggiosamente schierato.
Comunque la si pensi, un film da vedere.

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