Parole, parole, parole: da Straub a Martinelli
Firenze, settembre 2006. Muore Oriana Fallaci. Dopo anni di invettive antiislamiche inizia la più classica beatificazione postmortem. «Voleva suscitare emozioni forti» liquida Bernardo Valli dalle pagine della Repubblica. Tra le ultime dichiarazioni della scrittrice ricordiamo «Non voglio vedere un minareto di ventiquattro metri nel paesaggio di Giotto, quando io nei loro paesi non posso neppure indossare una croce o portare una Bibbia. Se sarò ancora viva andrò dai miei amici di Carrara, la città dei marmi. Lì sono tutti anarchici; con loro prendo gli esplosivi e la faccio saltare per aria» (tratto dal settimanale Newyorker).
Roma. settembre 2006. Renzo Martinelli, alla presentazione del suo nuovo lavoro, Il mercante di pietre, dichiara alla stampa: « Il mio film vuole lanciare l’allarme sulla cultura buonista, multiculturalista, propensa all’accoglienza dell’Europa: tutti segnali che il mondo islamico interpreta come una nostra debolezza, e se ne approfitta. Quanto alla mia incolumità non me ne preoccupo, ho la coscienza tranquilla. Se qualche fanatico dovesse venire da me… io comunque giro armato».
Roma, settembre 2006. Fausto Bertinotti, tra mille convenevoli, alla Festa nazionale di Azione Giovani incontra Gianfranco Fini, che dichiara: «In una società di voltagabbana ben venga chi ha idee chiare, rigore morale e personale eleganza».
Venezia, settembre 2006. Jean-Marie Straub si rifiuta di presenziare alla conferenza stampa per il suo film in concorso alla Mostra e dichiara: «Non potrei festeggiare in un festival dove c’è tanta polizia pubblica e privata alla ricerca di un terrorista – il terrorista sono io -, e vi dico, parafrasando Franco Fortini: finchè ci sarà il capitalismo imperialistico americano, non ci saranno mai abbastanza terroristi nel mondo».
Tutti gridano la propria ideologia, ma qualcosa non quadra. L’opinionista più teoconservatrice del mondo ci lascia e un regista tira fuori dal cilindro idee ancor più estreme. Il rappresentante di quella che voleva essere la sinistra ribelle si fa accogliere dagli applausi di una festa neofascista e un regista ultrasettantenne diventa il primo dei rivoluzionari antiamericani. Con tante parole si finisce per rimanere confusi. Cos’è ancora oggi un’ideologia? Vogliamo sentircela sparata nelle orecchie a tutto volume?
Dice un proverbio arabo che ogni parola, prima di essere pronunciata, dovrebbe passare da tre porte. Sull’arco della prima porta dovrebbe esserci scritto: «È vera?». Sulla seconda campeggiare la domanda: «È necessaria?». Sulla terza essere scolpita l’ultima richiesta: «È gentile?».
Ricordiamocene la prossima volta, prima di aprire bocca.
A cura di Alberto Brumana
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