Pacino senza rischi
Ancora una volta Al Pacino coglie l’attimo e nel segno, dimostrando di saper gestire al meglio la propria carriera di attore come di rado è capitato di vedere. Per l’ennesima volta si ritaglia una parte da mattatore assoluto in una pellicola trasversale. Dopo aver già cavalcato l’onda della palla ovale con Ogni maledetta domenica (Any given sunday, Oliver Stone, 1999) questa volta dà vita a un arrivista delle scommesse che non desidera semplicemente sfruttare il suo affidabile protetto, ma tramite questi vuol dar vita a un impero di dimensioni inimmaginabili.
Al di sopra delle righe, l’attore di origine italiana si fa affiancare per l’occasione dal muscolosissimo Matthew “Brandon Lang” McConaughey, attualmente sul grande schermo con tre pellicole che potrebbero definitivamente lanciarlo fra le superstar Made in Usa e che in questo film, nel ruolo del giocatore di football rovinato da uno scontro di gioco, riesce a calarsi alla perfezione: agitando i muscoli, ammiccando con il sorriso a trentadue denti, mostrandosi compiaciuto dell’arrivo di quel successo che da sempre sperava di incontrare, si tramuta in un imbonitore Tv del sabato mattina pronto, in una sorta di catarsi degna della peggiore televendita a garantire: “…soldi facili e sicuri a chiunque…”.
Tutto nel corso della pellicola viene triturato e digerito a velocità inimmaginabile: il regista D.J. Caruso, McConaughey e Renee Russo, nel ruolo della premurosa e gentile signora Abrams, si accomodano al fianco dell’istrionico Pacino che, ormai diventato un tutt’uno con il suo personaggio, detta tempi e ritmi delle riprese: che siano in soggettiva oppure campi lunghi, in un tourbillon di tempi e stacchi ben calcolati. Il giovane McConaughey gli si accomoda al fianco, si fa guidare non solo nel mondo impervio delle scommesse ma anche in una prova che potrà tornargli molto utile nel proseguo della carriera. Il tutto in una pellicola che non vuole fornire alcuna morale alle molte promesse vendute da Walter e dal suo protetto ma solamente narrare una storia vera, riadattata per l’occasione nella forte amicizia che unisce il mentore e il giovane.
Curiosità
Il personaggio di Brandon Lang è ispirato alla vera storia di un ex giocatore di basket che lavorava come caddy sul campo di golf dove giocava lo sceneggiatore Dan Gilroy.
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