L’anarchia può aspettare
La cosa che più stupisce andando a vedere V per vendetta, il nuovo film prodotto dai fratelli Wachowsky, è nei titoli di coda. “Tratto dall’omonima grafic novel di David Lloyd”… Perplessità.
Che fine ha fatto Alan Moore, sceneggiatore del fumetto? Cercando su internet una volta tornati a casa non si fa fatica a scoprire che è stato proprio lo sceneggiatore a pretendere la rimozione del suo nome dai titoli di coda. Interrogato sulla questione Moore ha risposto: “Questa è una sceneggiatura imbecille!”
Un’affermazione decisamente forte, che incuriosisce.
Non è la prima volta infatti che un lavoro di Moore subisce una trasposizione cinematografica: From hell e La leggenda degli uomini straordinari ne sono alcuni esempi. Ma se il primo film ha avuto dei risultati appena decorosi, nulla di buono si può dire del secondo.
Per quanto riguarda V per vendetta ci troviamo di fronte a un prodotto semplificato rispetto al fumetto: la psicologia introspettiva dei personaggi minori è stata eliminata, i dialoghi sono meno teatrali e pomposi e parti della storia sono andate perdute, pur mantenendo inalterati i punti cruciali della trama. E’ probabile che questa scelta non sia stata apprezzata dall’autore che ha visto snaturato e ridotto il proprio lavoro, ma questi accorgimenti erano necessari per una stesura cinematografica. Il risultato finale è in questo caso un film compiuto e rifinito in ogni dettaglio. Tra l’altro, come nota di merito ai fratelli Wachowsky, va segnalata l’aggiunta di scene dal forte impatto visivo, che, sfruttando l’immagine in movimento e l’accompagnamento musicale, riescono con più facilità e immediatezza a coinvolgere il pubblico e donano all’opera una particolarità in più.
Lo sfogo di Moore non è però così ingiustificato.
Innanzi tutto gli deve essere stato difficile accettare l’incapacità del film di esprimere l’oppressivo controllo effettuato dal governo. Telecamere ovunque, polizia segreta, coprifuoco, censura, questo era il mondo che Moore aveva presentato nel suo fumetto, un mondo che tanto ricordava 1984 di Orwell. Nella versione cinematografica questa atmosfera di soffocante oscurantismo non emerge. Solo in pochi casi sono adeguatamente rappresentati il regime oppressivo e la limitazione delle libertà individuali imposti alla popolazione.
Come se ciò non bastasse Moore ha visto mistificata l’anima stessa del suo lavoro.
Nel fumetto V dice: “Anarchia vuol dire “senza capi”, non “senza ordine”. Si ha con l’anarchia un’età dell’ordnung, di un ordine vero, ossia di un ordine volontario. Questa età dell’ordnung avrà inizio quando il folle e incoerente ciclo del verwirrung di queste notizie il suo corso avrà compiuto.” Ma di anarchia, nella pellicola di James Mc Teigue, non si parla mai.
Scelta strana, soprattutto alla luce del fatto che invece altri temi, ben più scottanti, sono stati fedelmente riportati.
V è infatti un personaggio particolare poiché, pur combattendo per ideali e valori universalmente condivisi, incarna l’antieroe dell’era moderna. Con il suo fare teatrale e la sua identità segreta dovrebbe rappresentare l’eroe romantico, l’antico cavaliere, la purezza dell’ideale. Ma la sua guerra nasce da una vendetta personale e i suoi metodi sono violenti e brutali, del tutto simili ad atti terroristici. Nel momento in cui si muove per liberare e richimare il popolo schiavo della dittatura, lo fa senza dialogo e senza mezzi termini, utilizzando bombe, terrorismo e armi, a dimostrazione del fatto che di fronte a certi tipi di soprusi non rimane altra strada che la violenza e la distruzione.[img4]
Era questo, senza dubbio, il messaggio più pericoloso insito nell’opera di Moore, eppure è stato riproposto e accettato senza difficoltà. La propaganda anarchica invece non ha avuto la stessa fortuna e, quali che siano stati i motivi di questa scelta, diventa molto più comprensibile il disappunto di Moore e il volersi allontanare da un’opera che così profondamente rinnega il suo pensiero.
Un cuore rivoluzionario rimmarrà in ogni caso soddisfatto dal richiamo all’impegno e alla vigilanza che pervadono sia il fumetto sia il film. Anche se, per il momento, le uniche rivoluzioni veramente riuscite sono state di carta e cellulosa.
V per vendetta, di Alan Moore e David Lloyd, 1989 ed. DC Comix
V per vendetta, di James Mc Teigue, Usa / Germania 2005
A cura di Silvia Poli
la sottile linea rossa ::