Gruppo: Jamiroquai
Canzone: (Don’t) Give hate a chance
Regista: Alex & Martin
Anno: 2006
Album: Dynamite

Jamiroquai è più riconoscibile per i suoi inconfondibili passi di danza che per il nasone voluminoso sotto la massa di capelli. Da qui il sospetto: quando si dice avere un buon fiuto. E poi per quale motivo omologare fisicamente il nostro a tutti gli altri uomini del video, anonimi bipedi in 3D con altrettanta prominenza?
Qualche reminiscenza Caroselliana e appena post suggeriscono degli indizi. Quei nasi odorano di citazione, per di più italica. Lagostina era la marca, Osvaldo Cavandoli l’autore, La Linea il nome dell’antenato. Il simpatico uomo dal pronunciato profilo realizzato con un’unica linea che lo univa al terreno su cui camminava e che imprecava contro il suo disegnatore ogni volta che questi gli tendeva qualche trappola a suon di gomma e matita.

Con gli anni cambiano le armi della battaglia ma gli uomini sembrano voler sfuggire ancora alle storie imposte dall’alto dei cieli. La Linea poteva soltanto qualche gorgoglio di protesta contro il proprio padre – padrone. Qui ci si difende con la musica e la danza, l’arte è la prima liberazione dell’uomo, sebbene sia di fatto impotente e inascoltato: il disegnatore assecondava i desideri della propria creatura, l’oppressore no, e può sterminare rapidamente cantante impegnato, soldati col nasone e scenografia disegnata su sfondo monocromo con un semplice colpo di pistola, quasi più un giocattolo che un’arma vera.
La potenza distruttrice dell’arma sembra dare ragione al burattinaio fuori campo, un solo colpo e gli insignificanti omini sono rasi al suolo con relativo mondo. Ma la materia dell’immagine lascia aperto lo spiraglio: la pistola e il mondo sono solo linea piatta su sfondo piatto, gli omini tutti uguali hanno invece la consistenza del 3D, un peso e una massa ben superiori. La facoltà dell’uomo di padroneggiare la propria vita risiede sostanzialmente in se stesso.

A cura di Fabia Abati
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