hideout

cultura dell'immagine e della parola

La bellezza autentica

Cliente: Unilever
Prodotto: Fondo Dove per l’autostima
Colonna sonora: True colours
Anno: 2005

“Per troppo tempo l’idea e i canoni della bellezza femminile sono stati condizionati dal confronto con modelli forzati. Lo dicono le donne: è ora di cambiare. Perché la bellezza si può esprimere in forme, taglie, colori ed età diverse”

(Manifesto per la bellezza autentica – Fondo Dove per l’autostima)

Volti di bambine, adolescenti e ragazze si susseguono al suono di una musica dolce e al tempo stesso coinvolgente, che ci avvolge con il suo ritmo e ci introduce ad una tematica delicata e talvolta nascosta. Non è un segreto, soprattutto per le ragazze, che c’è un periodo della vita nel quale si è particolarmente fragili, quando ci si sente brutte, insicure e inadeguate.
Quante volte vorremmo essere nel corpo di qualcun’altra, magari di qualche amica che tutti considerano bellissima? Chi ha i capelli lisci li vorrebbe ricci, chi ha gli occhi marroni li vorrebbe azzurri e chi ha il naso a patata lo vorrebbe a punta.

Il problema legato della corporeità e della fisicità colpisce soprattutto le ragazzine.
Bombardate ogni giorno da stereotipi di bellezza irraggiungibili, le adolescenti di oggi, ma anche di ieri, si trovano sempre più goffe e grasse, deluse dal proprio corpo. In questo modo si sviluppano e aumentano i problemi legati all’anoressia e alla bulimia, malattie gravi e troppo spesso taciute.
Ma non sono solo questi i problemi legati alla bellezza, ormai le operazioni di chirurgia estetica sono divenute una realtà quotidiana e il problema sorge quando a sottoprovisi sono delle bambine di appena sedici anni che non riescono più a vedersi belle per quelle che sono.
Una donna deve pensare a se stessa, al suo benessere e deve curarsi per sentirsi più bella. Ma se per raggiungere questo scopo bisogna soffrire e ammalarsi il costo è troppo alto e non può e non deve essere sostenuto.
Le adolescenti, invece, in questo mondo di Barbie e di attrici stupende, un mondo dove le loro stesse mamme sono ossessionate dalla bellezza, si sentono sperse e non possono far altro che cercare di eguagliare tali modelli qualsiasi ne sia il prezzo.

Il risultato di questo processo non può che essere negativo. E proprio per sottolinearlo entra in gioco la campagna della Unilever per la linea di prodotti di bellezza Dove.
Il progetto al quale l’azienda sta lavorando da un anno, in collaborazione con studiosi, psicologi ed esperti in comunicazione, è la campagna per la bellezza autentica.
Così, grazie ai nuovi messaggi pubblicitari, cambia la prospettiva: una donna formosa non è altro che la rappresentazione della fertilità e le sue curve la rendono più bella. Perfino le rughe di una donna anziana non fanno che sottolinearne lo splendido sorriso facendola sembrare ancor più radiosa.

Da tempo si parla di responsabilità etica e sociale delle aziende, quale valore aggiunto e intangibile di un’impresa.
La pubblicità risulta essere il tramite ideale per realizzare queste campagne. Il mercato, infatti, non si accontenta più dei soli risultati profittuali di un’impresa, [img4]ma vuole e pretende che la ditta, quale centro della nuova società, si interessi anche di temi sociali e si faccia carico di promuovere iniziative in questo senso. Ciò che ne risulta, tuttavia, è un imprescindibile legame tra azione sociale, aumento di fiducia nei confronti dell’impresa da parte dei consumatori ed un conseguente aumento dei suoi profitti.
Ciò nonostante, il messaggio è forte e di grande valore e anche noi possiamo fare qualcosa a partire dal comprendere che la nostra bellezza sta nel saperci accettare per quello che siamo e nel saper valorizzare le nostre caratteristiche peculiari.
Solo così potremo finalmente sorridere agli altri e a noi stessi, rendendo il mondo ancora più bello.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»