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cultura dell'immagine e della parola

Cattive vibrazioni

Il cast di <i>Lost</i>” />Confesso che negli ultimi giorni il mio consumo televisivo è stato parecchio al di sotto di quanto si addice a un bravo critico. Diciamo che ho spizzicato qua e là qualche scampolo di trasmissione con uno spirito goloso più consono all’happy hour che non alla cena. Eppure <strong>mi è venuto il bruciore di stomaco</strong>.<br />
Sia chiaro: <em><A href=Lost è un capolavoro, e già questo basterebbe a mantenere il nostro rapporto col televisore su livelli più che accettabili per qualche mese. Però di questa bella fiction ha già ben scritto alcuni mesi fa Matteo Mazza, quindi – mentre impacchetto la testa di cavallo da lasciargli sullo zerbino – mi tocca parlare d’altro.

Vi parlo del cattivo umore imperante.
Provate a fare un po’ di zapping: c’è di che mandarsi la luna di traverso. Credo che mai nella storia del tubo catodico ci siamo trovati a vivere tempi così riottosi.
Mi riferisco ai prodotti italiani, in particolare al reality e al talk show.
Nelle tribune elettorali i politici si insultano, al Grande Fratello i coinquilini si punzecchiano con astio. Adriano Pappalardo a <i>Domenica In</i>” />Nella <em>Fattoria</em> i contadini si rampognano malignamente, a <em>Pazzi per il reality</em> il giornalista Rostagno lascia intendere che i beniamini del pubblico sono stupidi. A <em>Buona Domenica</em> c’è un intero blocco dedicato alla violenza verbale tra vip, mentre abbiamo sentito tutti quello che sono riusciti a dirsi Zequila e Pappalardo a <em>Domenica In</em>. Ciliegina sulla torta, gli <em>Amici di Maria De Filippi</em> si mandano poco amichevolmente a fare in culo. </p>
<p>Vi sembrerà strano, ma tenendo conto che siamo alla vigilia delle elezioni <strong>sono disposto ad accettare la presenza dell’insulto all’interno del dibattito politico</strong>.<br />
Per una questione di democrazia: nel momento in cui la Mussolini dice “meglio fascista che frocio” credo che chiunque possieda del raziocinio abbia un elemento in più per scegliere da che parte schierarsi il 9 aprile. E questo giova alla composizione del futuro governo. Insomma, se attraverso l’ingiuria televisiva il candidato mostra il suo vero volto (quello che non compare sui manifesti), a me sta bene così. È un male necessario.<br />
Quello che non sopporto è <strong>l’esasperazione a fini spettacolari</strong> che gronda dai programmi d’intrattenimento per il grande pubblico. Che in più hanno <img class= A cura di Marco Valsecchi
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