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La bestia umana

La bestia umana

Non è semplice recensire un film come Viva Zapatero!. Perché in realtà non si tratta di un film, ma del terzo episodio dello show multimediale di Sabina Guzzanti. Il primo, Raiot, è andato in onda su Rai Tre ed è stato subito cancellato. Il secondo è stato portato in scena all’auditorium di Roma ed è stato un trionfo. Per il terzo, Sabina ha scelto come mezzo di diffusione il cinema. E l’accoglienza, tra applausi della critica e sale gremite dal pubblico, sembra più che positiva, anche se difficilmente servirà a riportare l’attrice romana sugli schermi televisivi. Ma proprio casi come la trilogia della Guzzanti, o come l’uso di internet e dei palasport che fa un suo collega come Beppe Grillo, sono la più evidente dimostrazione che oggi in fondo di una tv generalisticamente mediocre si può fare a meno. Il cinema, che più della tv è un’industria, ha fiutato le possibilità di una pellicola come quella della Guzzanti, trovandone una dignitosa distribuzione che sta ripagando con dei buoni incassi.

Viva Zapatero! è un inno alla possibilità di esprimersi liberamente, un j’accuse nei confronti di una classe politica che non riesce a mantenere le proprie promesse. La Guzzanti mostra, attraverso una specie di superBlob, immagini di chi può fare satira in tv, come gli inglesi e i francesi, interviste risibili ai membri del CdA della Rai, spezzoni di Raiot e chiacchierate con altri grandi esclusi della tv italiana come Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi. Lo spettatore ride amaro, si commuove insieme al giornalista del Corriere della Sera che piange dopo le dimissioni di Ferruccio De Bortoli, finisce costruendosi un filo di speranza. Non è, come si potrebbe pensare, un film contro Berlusconi o contro una sponda ben definita, ma contro un intero modo di pensare, che racchiude a trecentosessanta gradi l’intera classe politica italiana. Marco Travaglio, il giornalista che con le sue accuse in diretta contro Berlusconi portò alla chiusura del programma di Luttazzi, in conferenza stampa ha giustamente paragonato il film a una battuta di Petrolini che, disturbato da uno spettatore a teatro, non se la prese con lui, ma con chi gli stava a fianco per non averlo ancora cacciato. E in effetti chi fa la figura peggiore viene da sinistra. Se di sinistra si possono considerare personaggi come Antonio Polito, direttore del Riformista, o Claudio Petruccioli, presidente della Rai.

Se fosse un film di fiction, si direbbe però di Viva Zapatero! che la sceneggiatura risulta scontata. Perché chi va a vedere una pellicola di questo tipo, sa già perfettamente quello che si troverà davanti. Sabina Guzzanti mette in mostra tutto quello che è successo dopo Raiot, senza però dire nulla di davvero nuovo. Non si tratta di un documentario d’inchiesta, piuttosto della fotografia di una situazione difficile, che non lascia davvero intravedere una via d’uscita. Il prossimo appuntamento con la Guzzanti sarà dopo le elezioni politiche. Quello che ci si chiede è su quale media verrà ospitata. La risposta, probabilmente, sta nelle mani di chi, una sera del prossimo maggio festeggerà stappando una bottiglia di champagne francese.

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