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Diario da Locarno: Day 5

Khalil JoreigeNon sembra un caso che dopo lo spagnolo 20 centimetri, anche il protagonista del film franco / libanese A perfect day soffra di narcolessia, ovvero quel disturbo che provoca improvvisi colpi di sonno. Sembra che la stessa sindrome abbia colpito gran parte del pubblico locarnese, sottoscritto compreso, che difficilmente è in grado di resistere ad un film intero senza un accenno di perdita della veglia. Sempre per analogia lo stesso film, come accadde per l’iraniano We are all fine (t.l.: Stiamo tutti bene), il titolo rimanda a una situazione positiva, a un giorno perfetto, ma in modo ironico vuole significare l’esatto contrario. I due titoli sembrano essere una summa teorica di ciò che il festival ha espresso nelle sue ultime giornate. A perfect day di Joana Hadjthoma Khalil Jorgeige e il tedesco 3 Grad Kaelter sono due film mediocri nel panorama internazionale, accomunati dalla mancanza di una persona (tema che sembra essere centrale in quasi tutti i titoli del concorso).

A perfect day racconta di Malek, un ragazzo narcolettico di venticinque anni che vive con la madre Claudia a Beirut. Il padre è scomparso, presumibilmente rapito quindici anni prima nella guerra del Libano, in circonstanze non del tutto chiarite. La speranza che il padre non sia morto vive nel cuore di Claudia, che però appare ossessionata dalla situazione, riversando le sue ansie con attenzioni maniacali nei confronti del figlio. Malek a sua volta è ossessionato dalla perdita della sua fidanzata che cerca disperatamente di riconquistare. Il film appare un pastichès di temi e situazioni pensate apposta per un festival internazionale: è una coproduzione tra Francia e Libano, tratta temi sociali importanti, rapporti umani difficili, situazioni al confine tra occidente e oriente. Se ad esempio Private di Saverio Costanzo ha saputo trattare questo tipo di temi, A perfect day appare pretestuoso e di poco pregio. 3 Grad Kaelter (t.l.: 3 Gradi più freddo) invece sembra voler richiamare anche dal titolo il celebre film di Kasdan Il grande freddo, raccontando un affresco corale di persone accomunate dall’amicizia di Jan, che inspiegabilmente è sparito per oltre cinque anni. Il suo ritorno sconvolgerà le loro esistenze, riaprendo ferite e riallacciando vecchi ardori. Il film di Florian Hoffmeister ha il pregio di sviluppare un intreccio complesso in cui i personaggi vengono descritti in modo puntuale e a tuttotondo, nonostante la regia sia tecnicamente semplice, al limite del televisivo.

Grande attesa oggi, nel pomeriggio, per la prima di Per sempre, il nuovo lavoro di Alina Marazzi, che torna a Locarno dopo il successo ottenuto con l’autobiografico documentario Un’ora sola ti vorrei. Il documentario cerca di cogliere le ragioni che spingono una donna alla difficile scelta di prendere il velo in un monastero di clausura. L’incontro con le religiose servirà ad Alina per comprendere una decisione radicale, che comporta una scelta che segna la vita di una donna “per sempre”.

I film del giorno

A perfect day
Regia di Joana Hadjithomas e Khalil Joreige
Francia / Libano / Lussemburgo
****

3 Grad Kaelter
Regia di Florian Hoffmeister
Germania
******

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