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L’epopea degli zombie in Italia

4 agosto 1932. Per la prima volta viene proiettato a New York L’isola degli zombies (White zombie, Victor Halperin, 1932). è l’esordio dei morti viventi nel mondo del cinema. Di lì nascerà un genere, che sarà veramente riconosciuto solo dopo La notte dei morti viventi (Night of living dead, George A.Romero, 1968). Entrambi i film citati provengono dagli Stati Uniti, ma non ci si può dimenticare di come l’Italia sia stata a lungo la seconda nazione nella produzione di questi film. Registi di genere, come Lucio Fulci e Umberto Lenzi, ma anche autori più riconosciuti come Pupi Avati si sono dedicati nel corso della loro carriera agli zombie movie, riuscendo spesso a esportare il cinema italiano nel resto del mondo.

Nel 1963, quando ancora gli zombie non erano legati all’immaginario romeriano, ma principalmente a culti esoterici, esce in Italia quello che viene riconosciuto come il primo film di questo genere prodotto al di fuori degli Stati Uniti. Il suo titolo è Roma contro Roma ed è diretto da Giuseppe Vari. Distribuito in tutto il mondo con il titolo War of the zombies, si tratta in un film decisamente particolare, di un incrocio tra il peplum e l’horror in cui un gruppo di centurioni morti attacca la capitale romana.
Dopo quest’episodio, l’horror italiano si sposta su ben altri fronti, accogliendo con indifferenza l’esordio di Romero. Alla fine degli anni settanta però qualcosa cambia. Il successo della seconda pellicola del regista newyorkese, Zombi (Dawn of the dead, George A. Romero, 1978), distribuito in Italia in collaborazione con Dario Argento, dà una scossa al movimento, portando in due anni alla produzione di ben otto film sul tema. Il primo, e probabilmente la più conosciuto, è Zombi 2 di Lucio Fulci. In realtà ovviamente il film non è un seguito di quello di Romero, ma ne prende spunto per raccontare la storia di due reporter che ritornano a New York e ritrovano la città piena di morti viventi. Il film ha un successo clamoroso e incassa trenta milioni di dollari in tutto il mondo (l’originale ne ha portati a casa solo dieci di più). Pochi mesi dopo nelle sale passa Le notti del terrore, distribuito all’estero come Zombi 3 e girato da Andrea Bianchi. Qui sono degli antichi etruschi a rinascere e fare piazza pulita in un convento. Sempre del 1979 è Io zombo, tu zombi, lei zomba, che già dal titolo lascia intendere come si tratti di una parodia del genere. In realtà siamo infatti davanti a una commedia pecoreccia con i soliti Renzo Montagnani, Gianfranco D’Angelo e Nadia Cassini che, invece che sbranarsi, finiranno per ritrovarsi davanti a un piatto di pasta. Sempre per rimanere nell’incrocio di generi, poco dopo finisce nelle sale Le notti erotiche dei morti viventi, del regista pornogore Joe D’Amato. In un’isola sperduta un gruppo di uomini si imbatte in una diabolica Laura Gemser, la mitica Emanuelle, che si diletterà a evirarli a morsi.
Il 1980 si conferma l’anno più produttivo in Italia, con l’uscita di altri quattro film sugli zombie. Paura nella città dei morti viventi è il secondo approccio di Lucio Fulci al genere, forse il miglior film italiano sugli zombie, girato in Georgia su un gruppo di morti viventi guidati da un prete che assalta un villaggio nella notte di Ognissanti. Un delirio splatter che ancora una volta viene baciato dal successo. Poco dopo è la volta di Virus – L’inferno dei morti viventi di Bruno Mattei. Un film a basso budget e ad alto livello di gore, ambientato in una fintissima Nuova Guinea. Zombi holocaust è invece una sterzata del genere cannibalesco verso quello zombie, con un’antropologa e un professore che nella giungla si imbattono in morti viventi cannibali. La regia è di Marino Girolami, sicuramente più conosciuto per i suoi western o le sue commedie. Incubo sulla città contaminata, infine, è l’unico film del genere diretto da Umberto Lenzi. In realtà non si tratta di veri e propri zombi, ma di uomini contaminati che invadono una città, ma il genere è certamente quello. Nel 1981 esce poi il terzo film di Fulci, Quella villa accanto al cimitero, in cui uno zombie chiamato Freudstein si diletta in esperimenti sui suoi simili.

Dopo questo momento d’oro, per qualche anno l’horror italiano preferisce toccare altri argomenti (su tutti il cannibalismo). Nel 1983 esce però Zeder, diretto da Pupi Avati. Il regista bolognese, allora conosciuto soprattutto per La casa delle finestre che ridono, gira un film intriso di atmosfere lovecraftiane, ambientato in una necropoli etrusca in cui i morti non aspettano altro che rinascere.
Dopo il terzo capitolo della saga di Romero (Il giorno degli zombi – Day of the dead, 1985), anche in Italia il genere ritrova una certa vena. Il primo film a uscire è Night crawl, unica opera di Carmelo Musca e Barrie Pattirson, pellicola più conosciuta all’estero che da noi ambientata in un parco giochi costruito su un vecchio cimitero, da cui i morti non tarderanno a riemergere. Nel 1988 è poi la volta della quarta e ultima pellicola di Lucio Fulci, Zombi 3. Il film, che Fulci fece finire a Bruno Mattei e Claudio Fragasso, è stato girato talmente a basso budget e con talmente tanti imprevisti, [img4]che risulta divertente malgrado le evidenti carenze di regia e sceneggiatura. Due anni dopo questa esperienza, Claudio Fragasso gira un film tutto suo. E’ After death, distribuito anche come Zombie 4. In realtà mai uscito in sala, è un riciclo di quanto già visto in dieci anni di film sui morti viventi. Quando il genere sembrava ormai aver concluso la sua stagione, nel 1993 produce invece Dellamorte Dellamore. Diretto da Michele Soavi e tratto da un racconto di Tiziano Sclavi, vede nel cast Anna Falchi e Rupert Everett, che interpreta un becchino addetto a ricacciare nelle tombe i morti viventi. Si tratta di un divertente horror con risvolti comici, che però in Italia è stato ben poco apprezzato.

Da allora sono passati dodici anni, e il genere sembra essere stato abbandonato. Ma ancora una volta, dopo l’uscita di un film di Romero (La terra dei morti viventi – Land of the dead, 2005), qualcosa sembra muoversi. Gianni Romoli, già autore dell’adattamento di Dellamorte Dellamore, è infatti al lavoro sul testo di Non mi uccidere, il romanzo horror di Chiara Palazzolo che potrebbe essere il primo di una nuova saga sugli zombie. E i morti potranno tornare a vivere, ancora una volta.

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