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Limpide paranoie

Limpide paranoie

Inquietante fin dalle prime righe, la prefazione de L’Incredibile Menzogna vede Sandro Veronesi impugnare la chiave della paranoia e rigirarla tra le pagine di tutto il libro come inquietante sottofondo musicale.
Paranoia è il nome dell’arma affilata utilizzata dall’autore francese per sbriciolare sistematicamente quell’impalcatura di carta e inchiostro montate dai media, per spazzare via tutte quelle inchieste televisive uguali e rigorosamente impestate di volti scuri e barbuti, di terrore islamico, antrace e grotte afghanistane. Un’arma che apre piccoli squarci su una fitta trama di menzogne. Incredibili menzogne.

Cosa resta dopo la lettura di questi documenti dettagliati e scioccanti?

Di certo cosa sia successo veramente quel giorno, non lo sapremo nemmeno dopo aver letto questo libro. Non ci illudiamo di trovare la verità tra queste pagine. Di sicuro c’è la possibilità di avere sotto gli occhi evidenti indizi. Non prove. Indizi accaniti e innegabili, che le autorità e i media di tutto il mondo ci stanno mettendo sotto gli occhi uno scenario in certi casi fin troppo palesemente orchestrato e falso. L’impressione è che si cerchi di coprire un piano occulto, tramato da qualcuno molto potente, ma che perfino il paranoico meno dotato di fantasia poteva sospettare.

C’è tuttavia una lezione da imparare quando si ha a che fare con i paranoici. Thierry Meyssan è un paranoico particolare. Il suo lavoro di giornalista d’inchiesta ha assorbito giorno dopo giorno un discreto numero di tracce sospette. Tra queste citiamo solo la prima di una lunga serie: il Pentagono è un edificio basso, di soli 5 piani; l’aereo, per colpirlo, avrebbe dovuto volare rasoterra, lasciando segni evidenti sul terreno e sui lampioni circostanti. Non sarebbero stati trovati nemmeno frammenti del jet o dei corpi dei passeggeri perché, secondo gli inquirenti, l’impatto dei serbatoi contro il muro avrebbe disintegrato la fusoliera. È facile notare dalle foto come il danno lasci pensare a tutt’altra dinamica. Le immagini mostrano inoltre la facciata dell’edificio lacerata da un’esplosione, secondo la misurazione dell’autore, lo squarcio sarebbe largo circa 19 metri. L’apertura alare di un Boeing 757 è invece ben più ampia: 38 metri. Il prato antistante la facciata colpita, inoltre, è completamente intatto come mostrano le stesse fotografie.

E sono molti altri i casi suffragati da ragionevoli considerazioni e accompagnati da una dettagliata serie di riferimenti e documentazioni direttamente consultabile sulla rete.
Insomma, ecco fornito un punto di partenza per appendersi e arrampicarsi su uno dei fili di ragnatela che sbucano dagli armadi yankee colmi di scheletri. Il tutto senza facili sensazionalismi o pretese di sorta, ma semplicemente preoccupandosi molto.
Più o meno come diceva Tom Sizemore nel film Strange Days – citato dallo stesso Veronesi – “Il punto non è se sei paranoico. Il punto è se sei abbastanza paranoico.” E infatti, il grande merito delle preoccupazioni paranoiche dell’autore, è quello di essere riuscito a tradursi in un sottile strumento di conoscenza. Di avere posto sotto gli occhi di tutti dei fatti evidenti, mai riportati da nessuno prima.

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