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Esseri X – La trilogia degli Xmen

X, segno e significato. Il marchio X: dall’inizio, immediatamente nella dissolvenza in nero del logo “20th Century FoX” rimane per alcuni secondi la sua orma: X, simbolo identificativo che ingloba tutto il senso in un segno, marchia l’appartenenza della storia alla casa di produzione, alla finzione e al circuito economico cinematografico (come lo scudo “Warner Bros diventa un tutt’uno con i cinque film di Batman: che i supereroi siano per eccellenza “esseri filmici”?).
Una storia mutante: il cinema prende una nuova muta, si racconta attraverso le sue superficialità, di colori, di forme, di materiali, sperimentando sempre di più, dal primo episodio, con ambientato sulla torre della libertà, passando per una spettacolare inondazione, finendo con il Golden Gate che vola verso Alcatraz.

X-men, uomini nessuno, cancellati e contemporaneamente scelti, esseri che hanno bisogno ancora di essere identificati e che proprio nel loro ibridismo, a metà fra il terrestre e l’extra-terrestre, non più umano ma non ancora alieno, trovano la dimensione privilegiata per esistere, nonostante tutto. Sono un’incognita. A questo proposito è simbolico è il personaggio di Wolverine. Uomo e animale, metà mutante e metà androide, un lupo mannaro tecnologico, sospeso in una sua dimensione, che fatica a indossare (letteralmente e metaforicamente) i panni degli X-Men. Figlio d’una mutazione sperimentale, non più uomo, ma non un puro mutante, Wolverine è doppio dall’inizio, da quando si presenta come Wolverine / Logan a Rogue. Non a caso, la sua nascita come Wolverine è avvenuta sotto il lago Alkali, un luogo selvaggio e soprattutto lontano da qualsiasi civiltà, da qualsiasi legalità. La sua integrazione è faticosa, necessaria solo per la sopravvivenza degli altri mutanti.

Gli “altri”, quelli definiti umani dai mutanti, non sono interessanti, non sono abbastanza plateali, rimangono spesso ignari e in secondo piano: burattini, vittime inconsapevoli come nel primo episodio, ottusi e ridicoli, alla fine soldatini di plastica. Gli uomini che contano, coloro che alla fine risultano avere più potere nella società umana, sono mutanti; la lotta non si svolge tra umani e mutanti, ma sempre tra mutanti e mutanti, perché questi sono gli unici ad avere una visione chiara della complessità della situazione, gli unici che sembrano avere le capacità per affrontare l’evoluzione della specie. Gli uomini alla fine sono solo pedine inconsapevoli, che i due amici-nemici mutanti, leader di due schieramenti opposti, cercano di muovere a loro vantaggio giocando su una scacchiera di plastica trasparente. E la stessa scacchiera sarà una nuova arma per un nuovo Magneto.

L’ordine del visibile. L’espansione dei poteri dei mutanti è espansione delle personalità e dell’orizzonte mentale e fisico, poteri che stentano a rimanere sotto controllo: Ciclope deve imbrigliare la sua vista perché non sia letale, Tempesta annulla la propria vista per scatenare la violenza del temporale. Ancora, Mr. Xavier vede attraverso la mente, a occhi chiusi, attraverso la macchina Cerebro, Jean / Fenice sembra diventare cieca nello scatenarsi dei suoi poteri telecinetici, Rogue succhia l’energia altrui attraverso il contatto fisico dei corpi, Mystica è in grado di riprodurre fattezze fisiche, voce e occhi di chiunque.

La mutazione genetica causa un’interazione troppo vicina delle personalità umane, aliene e animali: non esiste nulla che possa appartenere esclusivamente a una persona: l’aspetto fisico, i pensieri, il carattere diventano riproducibili e manovrabili. Materia e superficie diventano malleabili, significato unico sullo schermo cinematografico. Come insegnano i titoli di testa di ciascun film, prima si penetra nella mente, lungo le cellule neurali, poi la stessa mente si compenetra con meccanismi tecnologici e aneroidi, per finire a osservare le viscere e il sangue, i cambiamenti di quelle cellule mutanti. Così, proprio nell’apparire, nel produrre visioni e nel riprodurre immagini fatte di cose, di luci e di materia, il cinema si realizza in modo pieno. Tutto è creabile e il cinema lo dimostra con la forza di un meccanismo dei sogni, con la forza di un’instancabile viaggio allucinante all’interno del corpo, del suo corpo, per cercare e manifestare la sua nuova nascita, eccitante per i sensi come un giro della morte.

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