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Pillole da Torino – Giorno 2

Una scena da <i>Attack the Block</i>Attack the Block, di Joe Cornish
Il nome di Joe Cornish, regista di questo film, non sarà nuovo ai cinefili un po’ più accaniti. Stiamo parlando di uno dei cosceneggiatori del Tintin di Spileberg, ma anche di un noto radiofonico e scrittore televisivo. Il suo esordio cinematografico è un film divertente, citazionista e non così banale come potrebbe sembrare. In sala ha ricevuto un’ovazione a parer mio un po’ esagerata, ma comunque rimane uno dei titoli da segnare sul taccuino in attesa della sua uscita nelle sale italiane. Mescolando la fantascienza a tematiche di carattere sociale care al regista (il film è ambientato nella sua Londra dove il problema delle gang persiste in alcuni quartieri), Cornish gira per divertire ma soprattutto per divertirsi, creando personaggi molto fumettosi e situazioni assurde ma che facilmente troveranno il consenso del pubblico.
Voto: 7/10

A Good Old Fashoned Orgy, di Alex Gregory e Peter Huyck
Ultimamente, grazie soprattutto all’operato dei fratelli Farrelly, la commedia americana formato adolescenti sta cambiando connotati. A Good Old Fashioned Orgy ne è un’altra prova. Ormai i protagonisti non sono più ventenni in preda ad attacchi ormonali, ma uomini adulti. Le caratteristiche di questo genere, però, non cambiano, e le si ritrovano tutte: grandi feste, amici ubriaconi, battute esplicite e abbastanza volgari… Il film rimane una commedia senza alcuna pretesa, buono per una serata alla ricerca di facili risate in compagnia. Forse non adatto a un festival come quello torinese, ma assolutamente indicato per chi voglia ridere senza troppi pensieri.
Voto: 6/10

17 Filles, di Delphine e Muriel Coulin
Dopo essere stato presentato a Cannes lo scorso maggio, sbarca nel concorso torinese questo lavoro molto interessante diretto da una coppia di sorelle francesi non emergenti ma al loro primo lungometraggio. Ispirato a fatti realmente accaduti in America, il film racconta di un gruppo di adolescenti che decidono di rimanere incinta. Quasi prendendone le distanze, le Coulin non entrano mai nel merito della questione con giudizi propri. Cercano di mostrare i fatti e lasciare decidere allo spettatore che idea farsi. Solo in una sequenza in cui le giovani giocano a calcio sulla spiaggia con una palla infuocata il rimando a “se giochi col fuoco…” risulta una frecciatina uttosto esplicita. I maschi non ci sono in questa pellicola, e se ci sono contano pochissimo. Così come gli adulti. L’adolescenza è un mondo difficile, ma questo film la racconta piuttosto bene.
Voto: 7,5/10

A Confession, di Park Soo-Min
Il progetto di questo lungometraggio è tanto interessante quanto ambizioso. Si parla di tematiche forti come la presenza o assenza di Dio, o l’influenza e l’origine del male. Tematiche forse non adatte a un regista giovane come il nostro, di classe 1981. Peccato dunque, perché sia i contenuti riflessivi che le scelte adottate per metterli in scena (mi riferisco principalmente alla trama non banale e all’ottima fotografia curata da Kim Bo-Ram) avrebbero potuto mirare a un risultato complessivo maggiore di quello che in realtà raggiunge. Il film stenta a decollare e rimane piuttosto piatto anche quando la tensione sulla scena dovrebbe crescere. Ma forse l’elemento più disturbante di tutti è la scrittura di un copione completamente didascalico e monocorde, che non lascia trasparire la carica emotiva e il pathos come dovrebbe.
Voto: 5/10

Mientras Duermes, di Jaume Balaguerò
Il regista spagnolo specializzatosi nel genere horror torna sul grande schermo, ma questa volta sceglie un’altra via, quella della suspance. Potendosi basare su buone interpretazioni, Balaguerò concentra la vicenda principalmente sui due protagonisti, lasciandoli agire esclusivamente in un condominio (rimando ai suoi Rec precedenti?) e caricandoli entrambi di tensione, a momenti alterni. Il film cresce bene, con la giusta cadenza e insistendo su tematiche pesanti e difficili, ma mai forzate. In questa sorta di favola per adulti, i personaggi risultano credibili seppur nella loro dimensione di follia e vittimismo. Il problema di questo film però ( e purtroppo non è un problema da poco) sta nelle ultime sequenze. La vicenda si sarebbe potuta concludere con 15 minuti di anticipo, ma il regista insiste andando ad aprire ulteriori parentesi che poi non svilupperà come si deve.
Voto: 6/10

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