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Cavalli: sentimento forte e antico, come le montagne

Sentimento forte e antico, come le montagne

«Quei due li addomestico io»: così afferma il padre di Alessandro e Pietro, i due protagonisti della storia narrata da Michele Rho. “Addomesticare”: la similitudine tra questi giovani ragazzi e la natura selvaggia in cui vivono è esplicitato prima ancora che vengano loro donati i due cavalli che dovranno domare, dono di una madre prematuramente morta. Per questi bambini dover addomesticare due loro fratelli (resi tali perché figli, a loro volta, della stessa natura incontaminata) significa superare una linea di confine, quella tra l’infanzia e l’inizio del percorso che conduce alla maturità. Una maturità che porta le loro strade a dividersi: Alessandro verso la città, simbolo di un ignoto che affascina e che va affrontato, se si vuol essere davvero uomini; Pietro in montagna, in quei luoghi che lo hanno visto crescere e che lui, addomesticato, ha domato a sua volta.

In un Abruzzo di fine ‘800, a metà tra il paesaggio di un film western e gli echi di una età dell’uomo arcaica e remota, Michele Rho, qui al suo esordio come regista, racconta la storia di questi due ragazzi, che uomini non sono mai realmente diventati, uniti da un amore fraterno che l’ampio respiro della natura, con le sue acque e le sue montagne, rende sacro, indissolubile, eterno. Proprio come la natura stessa, rappresentata dai due cavalli, silenziosi compagni di vita ma anche simbolo di quel rapporto indissolubile con una natura che non si può mai completamente domare. Addomesticati, in realtà, Alessandro e Pietro non lo sono mai stati; il primo, soprattutto, si è illuso di aver superato, varcando le porte della città, il confine di un ignoto che non ha mai davvero affrontato e di cui, in realtà, prova timore.

Presentato al 68° Festival del Cinema di Venezia nella sezione Controcampo Italiano, Cavalli è un film la cui intensità è dallo spettatore più percepita che profondamente e intensamente sentita. Dell’amore fraterno narra una storia, che eleva ad archetipo di questo stesso amore. Non coinvolge, ma riesce a destare l’interesse dello spettatore. Un esordio degno di nota per un regista che è partito da due ragazzi per narrare di un affetto solido ed eterno, come le montagne.

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