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Amore, morte e catarsi

Amore, morte e catarsi

Vittoria! È la parola più appropriata che possa aver pensato Van Sant dopo aver realizzato questo film. Già, perché Restless (titolo originale come sempre molto più significativo della pessima traduzione italiana) è una pellicola che presenta alla base tantissime sfide che il regista affronta a viso aperto e dalle quali ne esce assolutamente vincitore. Infatti sono sempre meno gli autori che riescono a raccontare una storia d’amore tra adolescenti senza cadere nel banale e/o nel commerciale. Ma Van Sant non si limita solo a questo, riesce anche a realizzare un film che essenzialmente ha come “protagonista” la morte.

Dal primo all’ultimo minuto questo alone macabro è sempre presente in qualsiasi forma e contesto (fantasmi, funerali, malati terminali, incidenti stradali, Halloween…). Ma Van Sant è intelligente e non sfrutta per niente tale componente per farci uscire dalla sala pieni di lacrime, anzi. La usa per trattare l’altro tema centrale del film e diametralmente opposto al primo, l’amore. La storia è tra le più classiche: lui ragazzo complessato dal passato segnato per via di un pesante lutto, lei gioiosa, vivace, allegra ma malata terminale. Si incontrano e per tre mesi scoprono qualcosa di nuovo. Ma è proprio in questi soggetti semplici e lineari che il ruolo del regista si fa ancora più importante e rischioso. Hitchcock sosteneva che l’essenziale di un film non è il cosa si racconta, ma il come lo si mette in scena. Ebbene, Van Sant non sbaglia una scelta.

Accompagna i due giovani protagonisti (eccellentemente interpretati da Mia Wasikowska e Henry Hopper) con delicatezza, accostando colori e paesaggi ai loro stati d’animo, inserendo le precise partiture composte da Elfman senza mai sovrabbondare e per poi arrivare a un finale da brivido che lascia piacevolmente scossi. Infatti l’ultima reazione dello spettatore alla visione di Restless è sicuramente quella di un sorriso. Il che è molto strano data la drammaticità degli eventi. Ma lo scopo della pellicola è proprio questo, portare il protagonista e noi a una sorta di catarsi.

Curiosità
Il soggetto è stato tratto dalla piece teatrale Of Winter and Water Birds di Jason Lew.

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