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L’importanza di chiamarsi Grace… a Montecarlo

L'importanza di chiamarsi Grace... a Montecarlo

Ancora una volta, dopo Big Eden (idem, 2000) e La neve nel cuore (The Family Stone, 2005), appare centrale per Tom Bezucha il tema dell’amore: questa volta però accompagnato quello del viaggio come cambiamento e come percorso attraverso cui modificare il proprio modo di vedere e vivere la vita. Il film parla quindi di un’evoluzione, più precisamente di tre evoluzioni.

Le tre giovani protagoniste, interpretate da attrici tutte rese famose perlopiù dal piccolo schermo, intraprendono un viaggio che non consiste semplicemente in quello diegetico della pellicola che le porta dal Texas alla capitale francese (e poi a Monte Carlo), ma incorrono invece in tre «viaggi» (uno a testa) metaforici che consentono: ad una di rifiutare l’inutile fascino della materialità come unica ricchezza da perseguire nella vita (l’anello di fidanzamento e il lusso, come nel caso di Emma); e alle altre due innanzitutto di conoscersi (e scoprir-si) come sorelle e, contemporaneamente, di scoprire l’amore, quello vero e autentico, basato sull’atto di amare ed essere amati senza alcun pregiudizio. Più che di un’evoluzione, per ognuna si tratta di una scoperta vera e propria.

In un certo senso, però, la pellicola rende omaggio anche a Grace Kelly, la principessa monegasca scomparsa a causa di un incidente stradale: colpisce a questo proposito che il tema del doppio, riscontrabile nel binomio Grace/Cordelia, mette in luce la relazione tra la Grace del film (una ragazza ordinaria che si ritrova da un giorno all’altro «servita e riverita» come una principessa) e la più famosa Grace del cinema.

È interessante notare anche la relazione che la pellicola intrattiene diegeticamente con il mondo dei mass media: infatti, tutte le rivelazioni, tutti gli insight del film, sono resi possibile e si evolvono esclusivamente a partire dai tabloids, dalla stampa: così Owen scopre dov’è Emma e così Cordelia scopre «il furto di identità» di cui è rimasta vittima.
Sebbene quindi ci fossero sulla carta degli elementi che potessero staccare Monte Carlo dal solito filmetto per adolescenti, l’operazione resta povera e risaputa. Realizzato nel più “classico” stile televisivo, Bezucha, proveniente dal mondo della moda, commette uno scivolone dietro l’altro tradendo in anticipo ogni sorpresa e finendo nel reparto “scontato”, in tutti i sensi. Una commedia sentimentale che poteva significare qualcos’altro se vestita in un altro modo.

Cuoriosità: Nella produzione di questa pellicola, tratta dal romanzo Headhunters di Jules Bass, spicca il nome di Nicole Kidman.

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