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Zack & Miri – Amore a primo sesso: Prima o porno finiamo a letto

Prima o porno finiamo a letto

Distribuito con ben tre anni di ritardo, non si può negare come, una volta tanto, la localizzazione del titolo del penultimo film di Kevin Smith spieghi bene in tre parole il senso di questa commedia uscita negli States nel 2008. Zack & Miri – Amore a… primo sesso è una sorta di chiamata a raccolta di tutti i ‘luoghi’ tipici del cinema di uno dei registi più geek di Hollywood, tra rimandi a quel Clerks che nel ‘94 lo fece conoscere al grande pubblico, dialoghi sboccati, atmosfere alla Starbucks e la solita, immancabile citazione di Star Wars di cui lo stesso Smith è fedele adepto.

Al di là del ‘V.M. 14’ e di alcune polemiche a seguito della promozione del film, non fatevi ingannare: Zack & Miri è una commedia sentimentale dall’andamento classico che, tra gag esilaranti e qualche caduta di stile, prova a sdoganare il tema del porno e a ridere, come è proprio di Smith, di certi meccanismi tipici dello showbiz televisivo e cinematografico. Protagonista è quella stessa generazione-commessi di ‘Clerks’, oramai arrivata alle soglie dei trent’anni senza il becco di un quattrino e uno straccio di vita sentimentale. Su questi cardini viene imbastito un copione che convince nella fase di setup e nella preparazione del film-porno, per poi inevitabilmente scemare nell’ultima mezz’ora quando il focus è tutto sulla scontata vicenda sentimentale dei due vecchi amici. Seth Rogen, volgare e grossolano come richiede il ruolo (anche se gran parte dello humour si perde nella traduzione del suo slang sboccato), ed Elizabeth Banks funzionano come coppia improbabile che si lancia nell’altrettanto improbabile impresa di girare un porno; il solito (auto)citazionismo di Smith, tra vecchie conoscenze di Clerks e serie televisive, regala momenti di comicità e proprio quell’anti-romanticismo, ostentato come chimica ideale per far sbocciare un’amicizia che profuma d’amore (cit.), tengono dignitosamente in piedi la baracca. Ma poi la satira sul porno e le stramberie hardcore si esauriscono subito, riducendosi al solito a un’accozzaglia di vibratori, battute grevi e momenti di nonsense assoluto come la placida irruzione di un ubriaco nel bel mezzo di una scena di sesso.

Peccato. I presupposti per un prodotto sopra le righe c’erano tutti e alcune sequenze (ex. il siparietto tra i due fidanzati-gay) sono davvero esilaranti. Ma, proprio come in un vero film porno, a mancare è la sostanza, tanto che non ci meraviglieremmo se, in sala, dalle ultime file si levasse il proverbiale invito rivolto a tutte le pellicole a luci rosse: “Ahò, poca trama!”.

P.S. Menzione doverosa, questa si! quasi feticista, alla parodia-hard del film di George Lucas che qui diventa Star Whores (sic!), con tanto di costumi in latex e spade-laser fatte con colorati falli di gomma.

Curiosità
Seth Rogen ed Elizabeth Banks avevano già recitato assieme nella commedia di Judd Apatow, 40 anni vergine. Il titolo e la locandina del film (che inizialmente ironizzava su una scena di sesso orale dei due protagonisti) hanno avuto molte controversie durante la fase di promozione.

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