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cultura dell'immagine e della parola

L’era tropicale

L'era tropicale

Secondo Teorema del Cinema (applicabile solo ai migliori): “Cambiando l’ordine e la natura delle location, il risultato non cambia”. Dimostrazione: prendete i BlueSky Studios, creatori de L’era glaciale e il solito Carlos Saldanha alla regia e trasportateli nella godereccia Rio de Janeiro: avrete Rio, piccolo gioiellino d’animazione che magari non diverrà un cult come il ‘fratello’ ambientato tra i ghiacciai preistorici ma certo è uno dei migliori prodotti di genere in questo primo scorcio di 2011.

Tralasciando il solito plotone di doppiatori famosi nell’edizione italiana (De Luigi, Cabello, l’ottimo Insegno e il folkloristico Altafini), Rio parte da uno spunto semplice e lo declina in modo esemplare, sfruttando le potenzialità visive della città brasiliana e quelle di un 3D all’altezza della situazione: Blu, pappagallo allevato negli Usa da Linda, scopre di non essere l’unico esemplare della sua specie; ecco il pretesto per una capatina in terra carioca per cercar l’anima gemella; qui i protagonisti saranno coinvolti in un losco traffico di volatili e in una rocambolesca fuga tra strade brulicanti, sambodromi e foreste tropicali. Rio è prevedibile nello svolgimento e lascia presto intuire l’epilogo carnevalesco: ma c’è modo e modo di percorrere i binari dell’ovvio e la sontuosa confezione del prodotto fa dimenticare alcuni inevitabili stereotipi a cui il team di lavoro ricorre nell’art design e la caratterizzazione dei pennuti. Certo, i bambini avranno davanti il volto buono e ‘normalizzato’ della metropoli e le favelas che esprimono solo l’anima più rassicurante e colorata; tuttavia Rio è resa meravigliosamente e la post-produzione 3D fa il suo dovere: inseguimenti e voli mozzafiato esaltano la profondità di campo, finalmente funzionale alle esigenze della storia e non bieco espediente per aumentare il costo del biglietto. Peccato per le musiche: nonostante la supervisione di due istituzioni come Sergio Mendes e Carlinhos Brown sono poco coinvolgenti, un miscuglio di samba e hip hop forse migliore nella versione originale.

Ma, insomma, è cercare il pelo nell’uovo. Rio è un buon film d’animazione, perfetto tecnicamente e sorretto da una storia solida. Il pubblico in sala apprezza (i bambini sono il miglior termometro in questi casi) e si è disposti pure a chiudere un occhio su alcuni abusati luoghi comuni brasileiri dati in pasto a un pubblico evidentemente ritenuto al solito bisognoso di didascalie. Poco male. D’altronde i luogocomunisti non sempre mangiano i bambini: a volte sanno pure farli ridere.

Curiosità
Nel cast di ‘voci’ italiane, oltre a Fabio De Luigi, Victoria Cabello e Pino Insegno, anche due volti noti di Sky: il telecronista José Altafini ed Emilio Carelli (direttore di SkyTg24), entrambi alla prima esperienza di doppiaggio.

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