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La fiaba di una vita o parodia di una fiaba?

La fiaba di una vita o parodia di una fiaba?

Burlesque Lounge. Un’insegna che parla chiaro. Un biglietto da venti dollari di sola andata verso il Paese delle Meraviglie per la protagonista Ali, moderna Alice delle fiabe. O forse sarebbe più appropriato definirla Cenerentola. Steven Antin con questo film desidera rimanere il più fedele possibile allo spirito originale della forma di espressione del “burlesque” (tornato in voga negli ultimi anni) distanziandosi dall’idea comune che esso sia sinonimo di spogliarelli e licenziosità a buon mercato. Per raggiungere il suo scopo non esita a mescolare fra loro più ingredienti, rubandoli un po’ alle fiabe e un po’ a Hollywood: in alcuni momenti sembra ricalcare Le ragazze del Coyote Ugly e Moulin Rouge, il tutto rivisitato in chiave più che moderna.

Steven Antin infatti non ha paura di strafare. Osa. Vuole mostrare al pubblico il caos e la solitudine che si annidano tra le vie nascoste delle grandi città, e per farlo alza il sipario su un teatrino fin troppo saturo di marionette dipinte e carico di gioielli, lustrini vaporosi e scarpette dai tacchi vertiginosi. Il ritmo è scorrevole e l’alternanza tra pezzi musicali e recitazione non è eccessiva. Ci sono personaggi che sul palco sembrano risplendere di luce propria e invece sono il prodotto delle luci dei riflettori e altri personaggi che brillano. Non è tra questi Cristina Aguilera, mentre più convincente appare Cher, nei panni di un’enigmatica e moderna Circe. Entrambe confermano l’idea che a ciascun monaco spetterebbe il proprio abito. Decisamente migliore la musica, reale protagonista del film, buona alleata per la repressione degli innumerevoli sbadigli.

E se Antin vorrebbe convincere lo spettatore del fatto che “in un mondo di cattivi esistono ancora quelli non sbagliati”, qualcuno dovrebbe ricordargli che trovare Cenerentole che perdono o ritrovano scarpette, principi azzurri e matrigne buone non è così semplice come comprare scatolette di tonno al supermercato. Certe storie le si trova al massimo in edicola, strizzate dentro romanzetti rosa di gusto incerto, oppure dentro film come questo, nel quale si aspetta soltanto lo scoccare della mezzanotte per porre fine a 119 lunghissimi minuti.

Curiosità
La protagonista femminile di Burlesque, Ali, interpretata dalla Aguilera, è stata pensata dal regista proprio a immagine e somiglianza della stessa cantante. Burlesque ha vinto tre premi (Satellite Award, Phoenix Film Critics Society Award e Golden Globe), per la miglior canzone originale con You Haven’t Seen the Last of Me.

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